L’approvazione da parte del Consiglio Europeo della legge sulle politiche ambientali e l’attribuzione del premio Nobel dell’acqua (lo Stockholm Water Prize) all’idrologo Andrea Rinaldo suggeriscono di rileggere quanto scritto dalla Bibbia sull’acqua, sul clima e sui cambiamenti cui è sottoposto.
L’acqua ha nella Bibbia diverse funzioni fondamentali: serve allo sviluppo della natura vegetale, a garantire la vita, svolge anche funzioni religiose, ma è anche al centro di conflitti, che sorgono per reclamare diritti di sfruttamento, e ha anche la potenzialità per distruggere e creare sconvolgimenti naturali rilevanti.
Un episodio narrato dalla Genesi che tutti conoscono è quello del Diluvio e del salvataggio di una parte dell’Umanità e degli animali, racconto che si trova in forme diverse in molte letterature antiche sia babilonesi che di culture lontane dal Medioriente. La versione più simile formalmente a quella biblica si trova nella letteratura accadica, dove è l’eroe Ghilgamesh ad essere salvato.
L’acqua è spesso usato dalla Bibbia come simbolo di vita, ma talvolta può divenire strumrnto fìdi morte, come accaduto recentemente in vari paesi: bisogna saperla controllare e veicolare in invasi adatti a raccogliere le acque.
Vediamo nella Bibbia come venne accolta dagli uomini la notizia che un diluvio avrebbe travolto il Mondo. Il “Capo” del sistema meteorologico del tempo informò Noè che, a causa della violenza che imperversava nel Mondo, la Terra sarebbe stata travolta da un tremendo Diluvio che avrebbe spianato la Terra e i suoi abitanti, per restituirla alla sua “verginità” originaria. Noè prese sul serio l’avvertimento e cominciò a piantare alberi per costruire un’Arca in cui mettere in salvo sé stesso e tutti gli animali: la costruzione dell’arca fu un processo lungo che aveva lo scopo di costringere tutti a riflettere. Alle persone che passavano vicino al luogo in cui stava costruendo l’Arca e gli domandano che cosa stesse facendo, Noè risponde va che a breve ci sarebbe stato un Diluvio che avrebbe sommerso le terre: nessuno gli credette, anzi fu anche deriso e dileggiato. Così quando iniziò a piovere la gente reagì con indifferenza, affermando che si trattava di un fenomeno transitorio e che tutto sarebbe presto tornato alla normalità. Le cose andarono diversamente e gli unici esseri umani a salvarsi furono Noè e la sua famiglia.
E’ interessante notare che, a parte gli animali domestici portati all’arca da Noè, gli animali selvatici intuiscono con il “fiuto” che li caratterizza cosa stava per accadere e si presentano a Noè per essere accolti nell’Arca salvifica: così verrà salvata la biodiversità per la Terra.
La convivenza nell’Arca non fu semplice, ma fu anche la sola occasione in cui il Lupo dimorò con l’agnello e non lo sbranò perché doveva pur garantire il futuro alimentare alla sua specie….
Dopo il Diluvio abbiamo alcune affermazioni importanti:
1) Finché la terra durerà, non cesseranno semina e mietitura, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte;
2) L’uomo non dovrà fare uso di violenza verso l’uomo e usare brutalità verso gli animali;
3) L’arcobaleno, manifestatosi dopo il diluvio, viene scelto come segno del patto tra Uomo e Dio, affinché eventi come il Diluvio non si verifichino più: l’arcobaleno è un simbolo di pace, perché quando viene chiuso, un arco non può più lanciare le sue frecce.
Quindi, se l’umanità vuole che il clima non “impazzisca” bisogna fare uso dei mezzi che ha non per distruggere, ma per costruire: la moltitudine di armamenti che usa l’uomo per conquistare un territorio, oltre che essere profondamente inquinante, è priva di senso perché la Bibbia afferma che la terra non appartiene comunque all’uomo, ma gli viene data temporaneamente in custodia per lavorarla e trarne i benefici per la vita.
Quasi in tutte le culture l’arcobaleno viene interpretato come un simbolo del rapporto tra cielo e terra, a volte positivo, altre negativo. Ma l’uomo deve saperlo usare sempre come un segnale per riflettere e per difendere la piccola Arca che naviga nel Cosmo.
Se l’Umanità vuole difendere il clima, l’uomo e il patto tra Cielo e Terra, è necessario che l’umanità sappia controllare gli aspetti distruttivi che svolge l’acqua per valorizzare tutti gli aspetti positivi espressi dai colori dell’arcobaleno prodotti dalla luce del Sole che si rifrange sulle gocce d’acqua lasciate dalla pioggia. Come scrive Charlie Chaplin:
Alza gli occhi al cielo,
se guardi in basso
non troverai mai arcobaleni
Scialom Bahbout
La Repubblica, 24 settembre 2023