Rossella Tercatin
Siglata un’intesa per arricchire le rispettive collezioni documentarie. È un’emanazione del protocollo di cooperazione tra i due Paesi firmato nel 2021 come risultato degli Accordi di Abramo
GERUSALEMME – Duemila anni di storia da preservare. Tanto è lunga la presenza degli ebrei in Marocco – e ora una nuova iniziativa punta a salvaguardarne patrimonio e tradizione, da Parigi a Rabat passando per Gerusalemme.
Negli scorsi giorni infatti, gli archivi del Marocco e gli archivi di Israele hanno siglato un’intesa per arricchire le loro collezioni documentarie, promuovere la condivisione delle buone pratiche ed utilizzare efficacemente le collezioni archivistiche storiche e culturali di entrambi gli istituti.
Il documento rappresenta un’emanazione del protocollo di cooperazione tra i due Paesi firmato nel 2021 come risultato degliAccordi di Abramo.
“La firma del memorandum a Rabat è stata molto commovente,” ha commentato Ruti Avramovitz, direttrice degli Archivi nazionali israeliani. “Sottolinea la forza della pace tra i due Paesi e tra i due popoli.”
Uno degli obiettivi è quello di riunire gli archivi relativi all’ebraismo marocchino, attualmente dispersi in varie istituzioni, con fondi conservati in particolare dal centro archivi diplomatici del ministero degli Affari Esteri francese, dal Memoriale della Shoah di Parigi e dall’Alliance Israélite Universelle.
Fonti storiche documentano la presenza degli ebrei in Marocco sin dal II secolo a.C. Nel corso dei secoli la comunità crebbe di numero, anche in seguito all’espulsione degli ebrei dai domini spagnoli nel 1492. Nel 1948 vivevano nel paese oltre 270mila ebrei ma nei due decenni successivi la stragrande maggioranza lasciò il Marocco per fuggire dalle tensioni geopolitiche e dalla povertà.
Oggi si pensa che nella nazione vivano tra i 2,500 e i 3,000 ebrei, mentre in Israele si contano 700mila cittadini di origine marocchina. Negli ultimi anni, e in particolare dall’ascesa al trono dell’attuale sovrano Mohammed VI la situazione per la comunità è progressivamente migliorata, fino ad arrivare alla svolta degli Accordi di Abramo.
Secondo il direttore dell’Archivio Nazionale marocchino Jamaa Baida, le risorse documentarie recuperate che fanno luce su vari aspetti della vita quotidiana degli ebrei marocchini nel XVIII e XIX secolo, nonché sui legami cordiali che intrattennero con i loro compatrioti musulmani, rappresentano un mezzo per “riconciliare i marocchini con la loro storia e la loro identità plurale, il cui contributo ebraico è sancito dalla Costituzione.”
Intervenendo alla firma del protocollo d’intesa, Baida ha sottolineato – come riferito dal North Africa Post – che la cooperazione tra Marocco e Israele consentirà di colmare alcune “lacune rilevate negli archivi relativi all’ebraismo marocchino oggi sparsi nel mondo”, aggiungendo che il suo archivio ha compiuto un grande sforzo per la riappropriazione di questa parte della storia del Paese che è stata cancellata, in un dato momento storico, “sotto l’effetto di tensioni geopolitiche o, a volte, per semplice negligenza”.
https://www.repubblica.it/esteri/2023/08/01/news/israele_marocco_archivi_accordo-409678453/