Di Rav Avraham Yitzhàk HaKohen Kook (1865-1935)
Ciliegina sulla Tor(t)a – Dolci chicche di Torà
Traduzione di Raphael Barki – In memoria di Vittoria bat Margherita
Popolo mio, ascoltatemi, vi parlo da dentro la mia anima, dall’interno dell’anima della mia anima, dall’intimo della connessione vitale che mi lega a tutti voi e che voi tutti lega a me, da dentro quella percezione che sento più profonda di tutte le percezioni della mia vita, giacché voi, solo voi, solo voi tutti, tutti voi, tutte le vostre anime, tutte le vostre generazioni, soltanto voi siete il senso della mia vita, in voi io vivo, in voi, nell’insieme complessivo di tutti voi la mia vita ha quel senso che si chiama vita. Senza di voi non ho nulla.
Tutte le speranze, tutte le ambizioni, tutto il valore dell’equazione della vita, tutto quanto lo ritrovo appresso a me soltanto con voi, e ho bisogno di collegarmi alle vostre anime, di voi tutti. Sono costretto all’amore per voi, un amore senza limiti, non posso provare altri sentimenti. Tutti gli amori, quelli piccoli insieme ai grandi, in tutti i passaggi della mia vita, sono tutti raccolti nel vostro amore, nell’amore del vostro collettivo – il complesso in cui tutte vostre parti sussistono e vivono. Ciascuno di voi, ogni singola anima dell’insieme di voi tutti, é una scintilla grande e importante del bagliore di luce universale, che mi rischiara la luce della vita.
Voi mi date senso alla vita, alla pratica, alla Torà, alla preghiera, alla poesia, alla speranza. Attraverso il canale del vostro essere percepisco tutto, amo tutto. Sulle ali dello spirito del vostro affetto vengo trasportato verso l’amore Divino che si impegna nei miei confronti, mi si chiarisce, si infervora nel mio cuore, si lustra nella mia intuizione. Con voi popolo mio, mia nazione, mia madre, fonte della mia vita, con voi aleggio verso le distese del cosmo. Con la vostra eternità vivo una vita eterna.
Con il vostro splendore sono pieno di maestà e magnificenza. Con la vostra modestia sono pieno di patimenti, con l’afflizione nella vostra anima sono pieno di amarezze, con la sagacia e l’ingegno che possedete sono pieno di sagacia ed ingegno. Patrimonio vitale é per me ogni sconforto, ogni principio della vostra ferma posizione. La vostra terra, la terra della vostra speranza é cosa sacra per me. Il suo cielo é per me la fonte di grazia, la fonte dello splendore cosmico, il suo vigneto e la sua pianura – fonte della speranza, fonte della benedizione, fonte della gioia della vita. I suoi rovi ed i suoi sterpi si indossano al cospetto della maestà e dell’eterna riverenza.
Beati voi, Israele, beato te, Israele, chi é come te popolo in salvo nel Signore. Ti ho amato, mio popolo e mia nazione, ti ho desiderato con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima, ti ho agognato con tutto l’ardore del cuore, con tutto il fuoco delle mie ossa. Bramerò di vedere il tuo onore, la tua bellezza e la tua gloria, allorquando verrai innalzato e trasportato, nel momento in cui crescerai nelle bellezze del tuo carattere, ed emergeranno tutte le tue virtù e le meraviglie che si celano in te dalla potenza all’atto, nel momento in cui ti installerai e diverrai cittadino nella terra che ti si confa, nella terra del tuo splendore, e scopriranno a nord e verso il mare, a levante e a ponente, la meraviglia del tuo vigore e l’elevazione del tuo raggio. “E i popoli vedranno la tua giustizia e tutti i re il tuo prestigio, e verrai chiamato con un nuovo nome pronunciato per bocca di D-o. E sarai corona di gloria in mano a D-o e turbante di regalità nel palmo del tuo Signore.” (Isaia 62:2,3)
Rav Avraham Yitzhàk HaKohen Kook (Chadaràv p. 181, Oròt HaReYià”H 61/54, Shmonà Kvatzìm 1:163)
Pubblicato su BeAhavà UVeEmunà n. 1408, Makhòn Meìr
https://www.sefaria.org.il/Shemonah_Kevatzim.1.163