“Parla ai sacerdoti, figli di Aharòn e dirai loro…” (Vayikrà 21, 1) Il Gaon Rabbì Ariè Leib commentava questo verso dicendo: “È cosa nota che la santità dei kohanìm – sacerdoti, provenga dal fatto che essi sono discendenti di Aharòn, dobbiamo però sapere che non è sufficiente solo il merito dei nostri padri, bensì abbiamo bisogno di acquisire nostri meriti. È per questo che la Torà apre questa parashà dicendo: “Parla ai sacerdoti, figli di Aharòn…” ciò per insegnare ai kohanìm – sacerdoti, che non si accontentino di essere “figli di Aharòn”, il verso continua dicendo: “E dirai loro” la Mia parola (quella del Signore) è rivolta direttamente a loro. Questo perché ognuno di loro ha l’obbligo personale di purificarsi e di elevarsi spiritualmente, acquisendo meriti dalle proprie azioni”.