“Voi dovrete rispettare i miei decreti e le Mie leggi tramite i quali l’uomo che li mette in pratica è vivo…”. (Vayikrà 18, 5) Sull’ultima parola di questo verso “vachài bahèm”- e vivrà in essi – vengono date varie interpretazioni. Il grande Rabbì Itzchak Meir di Gur, conosciuto per la sua opera come Bàal Chidushè Harim diceva: “L’uomo che mette in pratica le mitzvòt non avrà tristezza”, sottolineando il fatto che tutta la vitalità dell’uomo dipende dalla Torà e dalle mitzvòt. A sottolineare ciò tutti i giorni nella preghiera di Arvìt diciamo: “Poiché essi (la Torà e le mitzvòt) costituiscono lo scopo della nostra vita e ci procurano lunghezza di giorni”. Ancora aggiunge il Bàal Chidushè Harim: ogni mattino quando ci risvegliamo dal sonno, recitiamo la benedizione sullo studio della Torà subito dopo aver detto la benedizione “hamachazìr neshamòt lifgarìm metìm” – che restituisci le anime ai corpi morti. Ciò proprio a sottolineare che quotidianamente la nostra vitalità deriva dalla Torà.