Lo sviluppo che ha avuto Tu Bishvat dai tempi della Mishnà ad oggi non trova riscontro in nessuna delle altre feste o giornate segnalate che si sono via via aggiunte al nostro calendario. In origine Tu Bishvat – chiamato “Rosh hashanà la-Ilan – Capo d’anno per l’albero” era il giorno che determinava la fine di un anno e l’inizio di quello successivo, ai fini della contribuzione delle decime: i frutti maturati prima di Tu Bishvat fanno parte del raccolto dell’anno che termina il 29 Tevet, i frutti maturati a partire da Tu Bishvat sono considerati frutti del nuovo anno.
Come appare dalla definizione originaria è chiaro che si tratta solo di alberi da frutto. Questo fatto ci rimanda agli alberi da frutto che c’erano nel gradino dell’Eden: “Da ogni albero del giardino potrai mangiare, ma dall’albero della conoscenza del bene e del male, non ne mangerai” (Genesi 2, 16 -17); questo ordine viene poi ripetuto al serpente da Eva che ribadisce la proibizione di mangiare dei frutti dell’albero (Genesi 3, 2- 3).
Ora ad Adamo e agli animali era proibito mangiare esseri viventi, ma era loro permesso mangiare dei vegetali: rimaneva una sola proibizione anche per i vegetali: quella di cibarsi dai frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Per capire l’importanza del Capo d’anno per gli alberi, bisogna anche ricordare che:
1. Il Capo d’anno dell’albero cade sempre prima di Shabbath Beshallàch o coincide con esso: in questa parashà legge la storia della manna che alimentò gli ebrei nel deserto per 40 anni.
2. L’Armata Rossa ha liberato il campo di Auschwitz il 27 gennaio del 1945 che coincideva con Shabbath beshallach e con Tu Bishvat.
3. Anche se viene consentito all’uomo di mangiare i vegetali, solo per gli albero da frutto è scritto che non dovranno essere distrutti perché da esso mangerai: “Quando assedierai una città non distruggerai i suoi alberi, abbatendola con la scure, perché da essi mangerai (i frutti) ma non dovrai abbatterli.
4. Il Tikun di Tu Bishvat è stato istituito a Safed dai Kabalisti e aveva diverse funzioni: collegare il risveglio della natura a quello di Israele dopo la cacciata dalla Spagna e operare un atto di riparazione dopo la distruzione avvenuta in Europa a causa delle persecuzioni della Chiesa.
E’ chiaro che nella storia di Israele nulla avviene per caso e sta a noi cercare di capire i collegamenti.
La manna non cadeva di shabbath e non poteva quindi essere raccolta: il midrash afferma che per dimostrare che Mosè sbagliava, Datan e Aviram, da sempre acerrimi nemici di Mosè, raccolgono un po’ più di manna il venerdì per depositarla poi furtivamente di notte sui prati in modo che la gente potesse vedere quanto Mosè mentisse. Il Midrash racconta che degli uccelli mangiarono il cibo messo nei campi e così gli ebrei non ne trovarono al mattino. Questo spiega l’uso di spargere del cibo alla sera di Tu Bishvat per gli uccelli.
L’obiettivo dei Nazisti era quello di sradicare l’albero di Israele dal Mondo: l’albero di Israele è la Torà che è “un albero di vita per coloro che si sostengono ad esso”: questo loro progetto è stato vanificato e Israele è vivo con la sua Torà.
Il Tikun di Tu Bishvat ha lo scopo di dare al popolo d’Israele la possibilità di mangiare i frutti dell’albero della conoscenza, ma anche di quello della vita: così si fa una mizvà, e non una trasgressione, come quella fatta da Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden
Ciò che più caratterizza la festa dell’albero da frutto è che l’uomo si nutre dei frutti senza violentare l’albero, ma solo cogliendone i frutti: l’albero rimane in vita. A differenza degli altri vegetali, come ad esempio il grano, che viene trebbiato e deve poi essere ripiantato.
Mangiando i frutti dell’albero noi facciamo un Tikun, gustiamo in un certo senso il sapore dell’Eden dove non c’era distruzione, o lo odoriamo utilizzandolo alla fine del sabato per odorarlo per fare la benedizione dei profumi, per respirare un po’ il profumo dell’Eden, rappresentato dal sabato.
Nel fare questo percorso abbiamo recuperato il nostro rapporto con gli animali, con i frutti dell’albero e con il progetto originario della creazione, che è quello di operare per mantenere l’armonia nel rapporto tra le specie.