L’apporto della Marina militare italiana e dei suoi operatori alla nascita e allo sviluppo dei mezzi navali d’assalto di quella israeliana (Heil HaYam Ha Ysrael) è stato determinante e fondamentale. Ne sono prova le numerose azioni che gli incursori del “Servizio navale di difesa di Israele (Palyam) hanno effettuato contro naviglio nemico. Culminate con l’affondamento della nave ammiraglia della flotta egiziana El Emir Farouk avvenuto nel porto di Gaza il 22/10/1948 ad opera di 4 “barchini”.
Questi erano imbarcazioni di invenzione e costruzione italiana. Noti anche come M.T.M. , Motoscafi da Turismo Modificati – lunghe 6 metri e larghe 1,5 del peso di 1.200 kg, sono divise in due scompartimenti. Nel posteriore si trovava il motore propulsore e, su di esso, un sedile sbalzabile per il pilota. E in quello anteriore un contenitore cilindrico contenente 300 kg di “tritolital” (composto esplosivo a base di tritolite e di alluminio).
Trenta di questi “barchini” quindi erano venuti in possesso del Palyam a seguito del loro acquisto avvenuto nel gennaio 1948 in Italia ad opera del Ministro della Difesa israeliana David Ben Gurion. Il ministro era rimasto impressionato dalle eccezionali imprese compiute dai M.T.M. italiani nel corso della Seconda guerra mondiale. Li aveva acquistati come residuati bellici dall’azienda C.A.B.I. Cattaneo di Milano e li aveva fatti giungere – via nave – in Israele, ormeggiandoli nel lago di Tiberiade pochi giorni dopo la nascita dello Stato di Israele (14/5/1948).
Istruttori israeliani addestrati dalla Marina militare
Contemporaneamente, in Italia, venivano addestrati al loro impiego bellico come mezzi d’assalto navale, nella base segreta The Hill del Mossad (Servizio segreto di Israele ) presso Formia. Lì si trovavano quattro M.T.M. in disuso, alcuni giovani allievi della Scuola navale ebraica Betar attiva a Civitavecchia dal 1934, ad opera di alcuni esperti istruttori della Marina militare italiana. Costoro erano il S.T.V. Nicola Conte, ex pilota di S.L.C. (siluri lenta corsa) presso Mariassalto (Unità della Regia Marina italiana a Taranto dopo l’8 settembre 1943).
Il Capo meccanico di III classe Fiorenzo Capriotti, ex pilota di “barchini” nella X Flottiglia MAS; e il capitano Geo Calderoni, ex ufficiale del Battaglione NP (Nuotatori Paracadutisti) della X Flottiglia MAS, il cui comandante Nino Buttazzoni ne coordinò l’attività addestrativa. Essi erano stati tutti ingaggiati privatamente da Ada Sereni, agente segreto in Italia dell’Alyah Beth (Organizzazione per l’emigrazione
ebraica in Israele) ed emissaria di Ben Gurion, con l’aiuto del C.V. Agostino Calosi, suo amico, Capo del S.I.S. (Servizio Informazioni Speciali) della Marina Militare.
Terminato l’addestramento, alcuni di questi allievi partirono, nel mese di giugno 1948, per Israele, insieme al Capo Capriotti che, col nome di Mister Kane, divenne addestratore di un altro gruppo di giovani del “Palyam” (i “Palyamnik”) sui “barchini” ormeggiati nel lago di Tiberiade. Complessivamente questi giovani, italiani e israeliani, addestrati dagli istruttori italiani, formarono due gruppi di incursori in Israele. Il “B 10” Reparto Incursori di superficie, e il Reparto Incursori subacquei che, tra il 1946 e il 1948, operarono in attacchi al naviglio nemico e come scorta alle navi che effettuavano immigrazioni clandestine di ebrei dall’Europa in Israele.
A fianco degli israeliani per operazioni militari
Nel 1956 i due Reparti confluirono nella Flottiglia 13 (divenuta famosa come “Shayetet” 13) che portò a termine vittoriosamente numerose operazioni navali durante i vari conflitti arabo-israeliani, con M.T.M. modificati e aggiornati, fra le quali ricordiamo la forzatura del porto libanese di Beirut con distruzione di due corvette palestinesi nel luglio 1958. Il ricupero di un MIG siriano precipitato nel lago di Tiberiade nell’agosto 1966.
La distruzione di una base navale libanese nel porto di Sidon nel gennaio 1971. La distruzione di due centri di comando palestinesi segreti nascosti nel porto di Tripoli nel marzo 1980. Sino al blocco della nave turca Mavi Marmara diretta a Gaza con a bordo attivisti palestinesi nel maggio 2010. Un esemplare del primo tipo di “Barchino” si trova ora nel National Marittime Museum di Haifa.
Una collaborazioni che prosegue oggi
La collaborazione tra la Marina Militare italiana e quella israeliana è tuttora in corso. I tecnici e le industrie italiane forniscono a Tel Aviv ricambi e parti meccaniche di precisione per alcuni dei suoi mezzi navali militari minori. Ovvero corvette, pattugliatori costieri, motocannoniere, mezzi da sbarco e soprattutto “barchini” . Gli israeliani forniscono di sistemi di alta tecnologia (radar AESA EL/M, missili antimissili Barak 8 e Naval Spike ER, sistema Raphael Iron Dome navalizzato) inviati da Israele all’Italia.
Gustavo Ottolenghi
https://www.lincontro.news/la-marina-militare-italiana-che-aiuto-quella-disraele/