La parashà di Itrò, ci ha raccontato la donazione del Decalogo e la sua accettazione da parte del popolo.
La conclusione della parashà di questo shabbat prosegue nell’elencare tutti i precetti che debbono vigere all’interno della società; in essa viene narrata la santificazione del popolo che accetta di osservare le mizvot e viene nuovamente ribadito ciò che fu affermato alle pendici del Monte Sinai:
“Naasé ve nishmà – faremo e ascolteremo! “.
Un impegno ulteriore segue alla prima affermazione ” tutto ciò che D-o ci comanda faremo” si afferma quindi anche la volontà di ascoltare.
L’ascolto è considerato uno degli elementi fondamentali della nostra tradizione: “Shemà Israel – Ascolta Israel” ; chi ascolta colui che è più grande, più importante ha il merito di aver accettato su di se il giogo delle mizvot.
In questo episodio è descritta infatti l’accettazione di tutte le mizvot indistintamente da parte del popolo di Israele.
Questo shabbat è il primo di quelli chiamati “segnalati”, è shabbat shekalim. Ricorda quando, al tempo in cui esisteva il Bet ha mikdash, ogni uomo – dai vent’anni in su – doveva portare al Tempio mezzo siclo d’argento.
Per questo tipo di offerta, la Torà impone di aumentare il mezzo siclo: “il ricco non dia di più, né il povero di meno”.
Secondo un’interpretazione, il mezzo siclo rappresenta il singolo ebreo che, se è solo non raggiunge la completezza. Ogni ebreo ha bisogno di avere un suo fratello vicino a se, per far sì che tutti insieme formino il popolo ebraico.
Così, come ogni ebreo ha bisogno di un altro ebreo vicino, il popolo ha bisogno di essere compatto.
Shabbat shalom