La parashà di Bo, segna la fine della schiavitù e l’inizio del lungo cammino verso la terra di Israele.
Dopo l’ultima piaga, la morte dei primogeniti egiziani, il popolo viene finalmente liberato dal faraone allora stremo delle forze, a causa delle piaghe che hanno ridotto al lastrico, lui è tutto il suo popolo.
Il Signore comanda tutte le regole inerenti l’organizzazione per uscire dal paese d’Egitto, ma soprattutto la regola fondamentale per insegnare alle giovani generazioni, quell’evtento che segnerà anche la nascita del popolo ebraico.
“Ukshartam leot al jadekha vehajù lezikaron ben enekha – E lo leggerai come segno sul tuo braccio e sarà come ricordo fra i tuoi occhi”; questa è nuovamente ripetuta, la mizvà di indossare i tefillin, che sono la dimostrazione visiva della potenza divina, di cui noi, dobbiamo darne testimonianza per l’eternità.
Infatti, è la prima delle quattro volte, in tutta la Torà, di questa mizvà, considerata fra le più importanti.
Infatti, prima ancora di essere liberi, insieme popolo riceve alcune mizvot, che sono alla base dell’emunà – della fiducia in D-o.
Una delle tre mizvot ricordate dalla parola SHEMOT, è proprio quella di indossare i tefillin (SHabbat- Milà – Tefillin).
Ogni mattina, appena ci svegliamo dobbiamo recitare alcune benedizioni: le birkot ha shachrit- le benedizioni del mattino.
Una di esse recita: Barukh attà A’ oter Israel be tifarà- Benedetto sii tu o Signore che cinge Israele di gloria. I maestri spiegano che questa benedizione si riferisce ai tefillin, che cingono le teste degli ebrei, come fossero delle corone. Indossare tutti i giorni in tefillin, deve essere considerato, non soltanto un dovere, bensì un onore di essere parte integrante del nostro popolo.
È quella mizvà, che, insieme alle altre due – shabbat e milà – di cui c’è ne verrà chiesto conto, quando ci avvicineremo all’ olam ha ba, prima ancora di fare ingresso in esso.
Come all’uscita dall’Egitto, gli ebrei uscirono “bejad ramà – con mano distesa verso l’alto” così noi oggi, dobbiamo indossare con orgoglio i nostri tefillin.
Shabbat shalom