“E apparsi ad Abramo, Isacco e Giacobbe con il nome El Shaddai (D-o onnipotente)…..”
Il Signore, rivelando a Mosè e al popolo il Tetragramma, gli manifesta una forma di affetto e confidenza che non ha dimostrato ai tre Patriarchi.
Molte volte diciamo che D-o nutre immenso affetto e ricordo per i Padri del nostro popolo ma, trattandosiin questo caso dell’intero popolo di Israele, chiaramente ha più valore dei singoli tre personaggi.
Da ciò si impara che la forza del popolo all’unisono, va oltre la potenza divina.
Infatti, i Maestri della Cabbalà sostengono che nel Quadrilittero, sia contenuta la “Middat ha rachamim -l’attributo della misericordia divina”.
Il seguito del versetto sopracitato dice:
“E apparvi ad Abramo…ecc. ma il mio nome A’ (tetragramma) non l’ho fatto conoscere a loro”.
L’esegesi attribuisce all’espressione “a loro” il riferimento, non ai patriarchi bensì a chi non appartiene al popolo ebraico.
Infatti la pronuncia del Tetragramma era data a conoscere solo al Cohen gadol, il quale rappresentando tutto il popolo, lo pronunciava nel solo giorno di Kippur, all’interno del kodesh ha kodashim.
Questo gesto simboleggiava l’intimità fra D-o e il popolo ebraico, rispetto a quella con gli altri popoli, in quanto la sofferenza del nostro popolo in Egitto, nel momento in cui il Signore si è rivelato a Mosè, ha procurato una reazione divina di protezione e affetto maggiore.
Se con gli ebrei il Signore si è rivelato misericordioso, con l’oppressore invece farà giustizia (Elohim – “middat ha din”).
Shabbat shalom