Nella parashà che leggeremo questo shabbat, troviamo descritte le prime sette, delle dieci piaghe che si abbatteranno sull’Egitto.
Ogni volta che una piaga si abbatte sull’Egitto, il cuore del Faraone si indurisce sempre di più, con maggiore crudeltà si accanisce sul nostro popolo cercando in tutti i modi di sfinirlo, per poterlo sterminare, sia fisicamente che psicologicamente, cancellandolo dalla faccia della terra.
“Bekhol dor vador omedim alenu lekhallotenu ve ha Kadosh Barukh Hu mazzilenu mijadam – In ogni generazione si sono alzati su di noi per distruggerci ma il Santo Benedetto Egli sia ci salvò dalle loro mani”
Questo è ciò che durante le due sere di Pesach, durante la lettura della Haggadà recitiamo, riconoscendo che il Signore Iddio, ci salvò da ogni condizione di sofferenza.
Proprio oggi, in ogni città europea si commemora la Giornata della Memoria, ricordando lo sterminio di sei milioni di appartenenti al nostro popolo.
È stata la più grande fra le sciagure che nel corso della storia plurimillenaria, ha colpito il popolo ebraico e, ogni anno, ascoltiamo, mentre noi piangiamo ancora i nostri cari che non tornarono mai più asciugando ancore le ferite aperte, lunghi discorsi di gente che piange dicendo il fatidico “Mai più”, ma allo stesso tempo condannano lo Stato di Israele, paragonandolo in modo sacrilego alla barbarie nazista.
Israele oggi, come gli ebrei sotto gli egiziani, i babilonesi, i greci e i romani difende il proprio diritto ad esistere, contrariamente a ciò che viene professato da una ideologia esclusivamente antisemita che vuole la cancellazione di quel luogo e di tutti gli ebrei dalla faccia della terra.
Nella nostra comunità, dopo la doverosa deposizione della corona d’alloro davanti al portale del nostro tempio, inaugureremo il nuovo Tempio piccolo della nostra Comunità.
È un tempio che oltre ad avere un particolare significato, sorge sui resti di una domus romana e sui con un meraviglioso pavimento mosaico.
Qualcuno ci ha chiesto il motivo della scelta di quel luogo per fare una sinagoga e della giornata odierna per inaugurarla.
Questo tipo di giornate, non debbono essere intese soltanto come giornate di lutto, bensì di riflessione sul passato, ma ancor di più sul presente e sul futuro.
Nonostante tutti i popoli avessero voluto la nostra distruzione, noi ancora esistiamo, manifestando le nostre tradizioni e le nostre usanze.
Ancor di più costruendo un lungo di culto sopra le rovine di una casa di gente appartenente a un popolo che per duemila anni ha cercato la nostra distruzione totale.
La forza e l’amore che noi ebrei abbiamo per la vita e la cultura e con l’aiuto di D-o, ci ha permesso di mantenerci in vita nonostante tutto.
Am Israel chai.
Shabbat shalom e chodesh tov