Con questa parashà inizia il secondo libro della Torà: Shemot, chiamato “sefer ha gheullà – il libro della redenzione”.
In esso leggiamo la descrizione della schiavitù dei nostri padri in Egitto e la successiva liberazione con la donazione della Torà.
La nostra parashà si ricollega al libro di Bereshit, in cui viene narrata l’apoteosi di Giuseppe – vice re d’Egitto – e la benevolenza con cui Giacobbe e la sua famiglia furono accolti dal Faraone e dagli egiziani tutti. Presto però, questo periodo fu seguito dall’inizio di una schiavitù, dall’incarico dato da D-o a Mosè di liberare il popolo da questa umiliazione e dall’intervento divino sull’Egitto affinché, sia il Faraone, sia gli egiziani, sia il popolo ebraico conoscessero la potenza dell’unico D-o.
Dopo una serie di incontri fra Mosè e il Faraone, che peggiorarono la condizione del popolo schiavo, Mosè si rivolge al Signore chiedendoGli: “perché mi hai scelto chiedendomi di liberare il popolo e con questo hai peggiorato la sua condizione?”
La risposta divina avviene in poche parole: “Ora vedrai come opererò sul Faraone e sugli egiziani, affinché il popolo uscirà libero di lì”.
Se il popolo doveva entrare nella terra di Israele perché tutte queste sofferenze? Nel libro di Bereshit, vengono fatte delle azioni da parte dei tre Patriarchi per volontà divina, che sottolineano la Sua volontà di concedere la terra di Israele ai loro discendenti:
Abramo acquista la grotta di Makhpelà come tomba per la sua famiglia.
Isacco acquista terreni dai filistei.
Giacobbe si insedia nella Terra, che da lui prenderà il nome.
Non è dato a nessuno conoscere i progetti divini e quali siano le strade che Egli sceglie di percorrere per condurci al completamento. A volte siamo portati a domandarci se D-o ci ascolta quando ci rivolgiamo a Lui, senza avere una risposta immediata.
I nostri Maestri ci insegnano che ogni successo deve essere preceduto sempre da una sofferenza, per essere apprezzato. La gheullà dall’Egitto è preceduta dalla schiavitù, così come, ai nostri tempi la vita del popolo in Eretz Israel è stata preceduta da sofferenza e guerre.
In futuro, anche la venuta del Mashiach, che porterà una pace universale, sarà preceduta da sofferenze, ma sarà l’unico modo per apprezzare il bene, proprio come la sofferenza del parto per una donna conduce alla felicità di gioire del proprio figlio.
Shabbat shalom