Con la parashà di va iggash termina il dramma che colpisce Giacobbe e la sua famiglia, dalla scomparsa di Giuseppe, per venti anni.
Giuseppe si fa finalmente riconoscere dai suoi fratelli e fa dire a suo padre di essere ancora vivo e, a causa della carestia che sta ormai da molto tempo colpendo i paesi limitrofi all’Egitto, di scendere con tutta la sua gente la da lui.
Termina una tragedia e ne inizia un’altra, perché da quel momento comincia ad avverarsi la profezia che il Signore fa ad Abramo nel “berit ben ha betarim” (Genesi, 15 e seg.):
“la tua discendenza sarà straniera in una nazione non loro per quattrocento anni”.
Inizia infatti la schiavitù egiziana che durerà oltre i quattrocento anni profetizzati da D.o ad Abramo, e che sarà considerata il simbolo dell’oppressione di un popolo su un altro.
L’Egitto infatti, oltre ad essere il paese simbolo del paganesimo è anche il momento in cui i “figli di Giacobbe” iniziano a diventare popolo; lo saranno soltanto dopo l’uscita dall’Egitto, momento in cui saranno ufficialmente chiamati non “benè Israel” ma “am Israel” ossia, non figli di Israele ma popolo di Israele.
Questa parashà cade sempre in corrispondenza oltre che con gli ultimi giorni di Chanuccà anche con il digiuno del 10 di Tevet, in cui si ricorda l’assedio intorno alle mura di Gerusalemme e dalla nascita dello Stato di Israele. Il Rabbinato centrale di Gerusalemme lo ha dichiarato Giorno del Kaddish mondiale per le vittime della Shoah.
Infatti durante la giornata si dedica un momento di essa al ricordo dei morti nei campi di sterminio nazisti, recitando per loro un kaddish.
Questo digiuno è l’unico di quelli non comandati dalla Torà (persino del nove di Av) ad essere fatto in qualsiasi giorno della settimana esso cada, persino di Venerdì, alle porte dello shabbat.
Quest’anno infatti, esso cade proprio di Venerdì ed inizia alle ore 6,18 e termina con l’entrata di shabbat, prima ancora che faccia buio, in quanto è proibito digiunare di shabbat.
La preghiera di Minchà, che per i digiuni viene fatta nel primissimo pomeriggio, verrà fatta alle ore 12,30, con talled e tefillin per avere la possibilità di fare una cerimonia di commemorazione della Shoah e recitare un kaddish per le sue vittime.
Secondo l’uso ormai consolidato della nostra Comunità, dopo minchà si deporrà una corona sulla lapide esterna al Tempio in cui sono ricordate le vittime della Shoah.
È doveroso da parte di tutti partecipare a questa solenne cerimonia per avere la possibilità di ricordare i nostri cari e per dire loro almeno un kaddish.
Shabbat shalom e Chag chanuccà sameach