Con questa parashà inizia ufficialmente la diaspora di Giacobbe – Israel in Egitto.
È una parashà meravigliosa, che nasconde però tutta la sofferenza di una famiglia “ebraica” in cui i genitori mostrano sofferenza per la sorte dei propri figli.
Giacobbe non trova pace, fintanto che non rivede tutti i suoi figli riuniti e, nonostante ciò dimostra preoccupazione per le sorti dei loro posteri.
La storia si ripete nei millenni; e la preoccupazione del nostro Patriarca Giacobbe, si è rivelata una realtà.
“Lo be mikrè – nulla è dovuto al caso”, insegnano i Maestri di Israele!
Lo shabbat in cui leggiamo questa parashà, coincide sempre con la settimana in cui cade il digiuno del 10 di Tevet, in cui si commemora l’assedio di Gerusalemme, da parte dell’esercito di Nabucodonosor.
Questo evento è stato l’avvio di tutte le disgrazie capitate al popolo ebraico nel corso dei secoli.
Infatti, dopo sei mesi di assedio, le truppe babilonesi irruppero dentro la città di Gerusalemme, tagliando i viveri al popolo assediato, i canali conduttori di acqua e proibendo il culto dei sacrifici.
Dopo altri ventun giorni distrussero il Tempio e deportarono il popolo in Babilonia, facendo così iniziare l’era della diaspora.
Per questo motivo il rabbinato centrale di Israele, dopo il suo riconoscimento nel 1948, ha dichiarato questa giornata lutto nazionale, istituendo delle particolari preghiere in memoria di tutte le vittime della shoà.
Iom kaddish olamì – giorno mondiale del kaddish, in cui, digiunando per l’inizio delle nostre sciagure, ricordiamo quella che è la madre di tutte, per il nostro popolo.
In esso tutti gli ebrei del mondo reciteranno un kaddish in memoria di tutti coloro che, trucidati nei campi di sterminio, non ebbero una degna sepoltura e, non conoscendo la data della loro morte, potremo recitare per loro un kaddish.
È l’unico digiuno in tutto l’anno, che, pur cadendo di venerdì non viene spostato ad altro giorno.
Quest’anno il digiuno cadrà giovedì 1 gennaio ed essendo una data festiva per un calendario che, almeno parzialmente non ci appartiene, cerchiamo di far prevalere le nostre date, regole, usanze e tradizioni.
È il giorno dedicato alla vittime della shoà, non dimentichiamole ed affolliamo i nostri templi, per recitare loro un kaddish.
Alle ore 15,00 verrà recitata la preghiera di minchà e subito dopo verrà fatta una commemorazione dei deportati con la recitazione del kaddish.
Possa il Signore ricompensare il loro sacrificio, facendoci godere di una giusta pace.
Shabbat shalom