La parashà di mikketz continua a narrare le vicende di Giuseppe in Egitto, che grazie alla sua
fiducia in D-o ed al modo di rapportarsi con il prossimo, passerà da una situazione di schiavitù alla condizione di primo ministro del faraone.
Anche in questa nuova condizione, il comportamento di Giuseppe resterà esemplare ed integro nei confronti del Signore e della sua moralità.
“ Elo-him ja’anè et shelom par’ò – il Signore risponderà in modo da incutere pace nel faraone” è così che egli esordisce al cospetto del faraone, considerato dagli egiziani stessi una divinità.
Questo atteggiamento fa sì che Giuseppe possa essere considerato uno zaddik – un giusto, in quanto nonostante la potenza del faraone e ciò che è considerato in Egitto, Giuseppe non nasconderà mai la propria identità ebraica.
Così avvenne per i Maccabim, i quali mai si piegarono al volere ed al dominio dei Greci che, imponendo la loro cultura in Giudea durante i cento anni di dominazione, mai si allontanarono dalle proprie tradizioni e rinnegarono mai la loro identità ebraica.
Il pericolo per gli ebrei, in ogni momento della nostra storia, è sempre in agguato e non sta nel fatto che qualcuno tenti di sterminarci, ma fra noi stessi, quando per timore che ci accada qualcosa di male, nascondiamo le nostre origini e rinneghiamo le nostre tradizioni.
La cultura ellenica opprimeva gli ebrei tentando di allontanarli dalle tradizioni più forti, come l’osservanza dello Shabbat, patto eterno fra D-o e il popolo ebraico dal punto di vista spirituale, della Circoncisione, patto eterno fra D-o e gli ebrei dal punto di vista fisico – “berit she chatam bivsarenu – patto impresso nella nostra carne” e la celebrazione del rosh chodesh – capo mese in cui gli ebrei affermano il loro rinnovamento come identità di popolo attraverso il conteggio del calendario, dando quindi un valore fondamentale alla scansione del tempo.
Non a caso durante gli otto giorni di chanuccà, si ribadiscono tutti questi concetti: la festa dura otto giorni, come i giorni che si contano dalla nascita di un figlio maschio al giorno della circoncisione; durante questi otto giorni vi è all’interno almeno uno shabbat e, unica festa in tutto il calendario, in c’è un Rosh Chodesh – capo mese.
La festa di chanuccà viene celebrata attraverso l’accensione dei lumi che simboleggiano l’eternità: il fuoco se viene costantemente alimentato, non si spegne mai così come il popolo ebraico, se osserverà le regole della Torà, mantenendosi saldamente legato alle proprie tradizioni, non cesserà mai di esistere, a discapito di tutti coloro che nel corso dei millenni hanno sempre tentato di annientarci e cancellarci dalla faccia della terra.
Shabbat shalom, chodesh tov e chag urim sameach