La parashà ci narra della nascita e della vita dei gemelli più famosi della nostra storia: Giacobbe ed Esaù.
Gran parte della parashà racconta della lotta per la primogenitura tra l’uno e l’altro fratello, e della benedizione che Isacco impartisce a Giacobbe, colui che in seguito sarà chiamato Israel, avendo acquistato da suo fratello la primogenitura.
Giacobbe attraverso il suo comportamento istituisce qualcosa che noi ebrei facciamo da secoli, senza probabilmente porci troppa attenzione oppure senza averci mai fatto troppo caso. Nel servire suo padre, portandogli il pasto che aveva chiesto ad Esaù, prima di benedirlo come primogenito, è scritto che: “Gli portò il cibo e mangiò e gli portò il vino e bevve”. La Torà sottolinea questo passo “gli portò il vino e bevve” con un taam (nota musicale) diversa.
Infatti la halakhà prevede che quando ci si siede in tavola per consumare un pasto completo, la benedizione sul pane includa tutti gli altri tipi di cibo e di bevande che verranno consumate durante quel pasto.
L’unica cosa che non rientra nella birkat ha mozzì (benedizione sul pane) è il vino, sul quale è richiesta una benedizione a parte, “borè perì ha gafen”.
Questa halakhà la si impara proprio dalla parashà di Toledot.
Shabbat shalom