Con queste due parashot , si conclude l’anno ebraico. Questo è infatti l’ultimo sabato prima di Rosh ha Shanà.
“Attem nizzavim ha jom cullechem lifnè A’ Elo-hechem – voi siete oggi davanti al Signore vostro
D-o” così inizia la prima delle due parashot. Mosè, prima di morire, convoca tutto il popolo ai confini del deserto, raccomandando loro, quando entreranno di lì a poco nella terra di Israele, di comportarsi secondo ciò che il Signore ha comandato nella Torà.
Poi chiama Giosuè e alla presenza di tutto il popolo, lo investe dell’incarico di condottiero voluto dal Signore.
Sono due parashot particolarmente sentimentali: ci si commuove nell’assistere al modo in cui Mosè, nel momento in cui sente che la vita lo sta abbandonando, dopo quaranta anni di permanenza nel deserto, si rivolge al popolo come fa un padre nei confronti dei figli, nonostante le numerose critiche che dal popolo stesso ha ricevuto .
Ci sono dei forti richiami alla teshuvà, e al modo in cui popolo ebraico deve porsi davanti a questo comportamento sempre, ma soprattutto nei giorni che precedono rosh ha shanà fino a kippur.
La teshuvà è qualcosa che solo il popolo ebraico riesce a comprendere completamente nel suo significato.
Shabbat shalom