Da una derashà di Rav Sacks
La domanda è antica. Se H. ha indurito il cuore del Faraone, come è possibile accusarlo per il rifiuto di mandare via dall’Egitto i figli di Israele? Come è possibile punire gli egiziani e il Faraone per delle scelte che quest’ultimo non ha assunto in prima persona? La punizione presuppone una colpa. La colpa la responsabilità. La responsabilità la libertà. La libertà è l’elemento maggiormente caratterizzante della specie umana. Togli la libertà ed elimini l’uomo.
Come è possibile allora che il Faraone non abbia esercitato la propria libertà? I commentatori hanno fornito una serie di risposte. Rambam e altri, ad esempio, hanno notato che l’indurimento del cuore da parte di H. è un elemento che riguarda solo le ultime cinque piaghe. In quelle precedenti è il Faraone ad indurire il proprio cuore. L’intervento divino già fa parte della punizione. Altri, come Sforno e Yosef Albo, seguono la strada opposta. H. non vuole indurire il cuore del Faraone, ma rafforzarlo, proprio per salvaguardare la sua libertà e permettergli di scegliere consapevolmente, senza essere influenzato dalla pressione dovuta alle piaghe. Un terzo approccio mette in discussione il senso dell’espressione. H. è dietro ogni evento, solo che in determinate occasioni, per via della loro eccezionalità, gli uomini sono portati ad attribuire all’intervento di H. certi fenomeni. La tenacia del Faraone può essere considerata, negli stadi successivi, una cosa del genere. Il suo rifiuto fa parte di una storia molto più ampia, già preannunciata ad Avraham nel libro di Bereshit.
Secondo Rav Sacks tutte queste letture sono interessanti e plausibili, ma la Torah non ama ragionare in termini di astrazioni e universali, come fanno i filosofi e gli scienziati, arrivando alla conclusione che siamo dotati di libertà o non lo siamo per nulla. La realtà però non è fatta così: pensiamo alle dipendenze: la prima volta che si assume una droga si è consci dei rischi che si corrono, e la si assume liberamente. Andando avanti la dipendenza aumenta, arrivando al punto di non poter resistere, e si deve andare in riabilitazione. Non c’è modo di smettere da soli. Come dice il Talmud in Massekhet Berakhot (5b) un prigioniero non può liberarsi dalla prigione. La dipendenza dalle droghe è un fenomeno fisico ma vi sono dei corrispettivi morali. Per coprire una menzogna spesso è necessaria una menzogna più grande. Se questo è vero per i singoli individui tanto più lo sarà per organizzazioni più grandi. Tanto più certe manifestazioni divengono pericolose quando non esiste un criterio oggettivo per valutare certi comportamenti. Negli ultimi anni molto spesso abbiamo sentito parlare di falsi in bilancio legati a pratiche poco oneste, ma è possibile verificare, quantificare e localizzare i buchi. In politica è ben più difficile. Una certa politica errata può giustificarsi a fronte di apparenti controindicatori, e pur essendo errata può divenire la norma. La storia del re nudo è emblematica in tal senso.
La connivenza dei consiglieri del re può essere rotta solo dall’innocenza di un bambino. La perdita di libertà è un fenomeno graduale, ma incontrollabile. Per contrastarla serve molta forza di volontà. La ricerca di consenso può accecarci. Degli esperimenti hanno evidenziato che la maggior parte degli individui sono portati a fornire, interrogati su un semplice quesito, una risposta errata, conformandosi al resto del gruppo, anche quando l’errore è evidente. Individui ordinari sono capaci delle peggiori nefandezze, quando queste vengono accettate come norma. Il conformismo ha un potere immenso. Per questo Abramo deve abbandonare la sua terra, il suo luogo natio e la sua famiglia. La cultura, la comunità e la famiglia circoscrivono la nostra libertà. Il popolo ebraico nei secoli si è trovato calato in numerose società senza rimanere intrappolato. E’ riuscito a mantenere una certa distanza dalle epoche in cui viveva e dai loro idoli. La libertà ha bisogno di tempo per maturare le decisioni e di distanza per non cadere nel conformismo. Gli ebrei schiavi in Egitto erano parte di una certa cultura, in cui la schiavitù e tutte le sue efferatezze erano la norma. Una società in cui gli esseri umani sono un mezzo e non un fine non può essere sensibile al grido degli oppressi. Il Faraone schiavizzando gli altri era divenuto schiavo a sua volta. La libertà non è un dato acquisito, ma va conquistata o persa gradualmente. I tiranni sono artefici della loro distruzione, chi si oppone, sfidando il consenso, costruisce la propria libertà. L’ebraismo è un invito a sfidare, attraverso le proprie opinioni e i propri comportamenti, gli idoli e le seduzioni del mondo in cui si vive.