Da una lezione di Rav Shabetai Sabato
Molte delle mitzwoth della Torah intendono insegnarci il valore della riconoscenza. Il rapporto tormentato di Israele con Ammon e Moav deriva dal rinnegamento da parte loro della propria storia passata. Non è possibile assoldare Bil’am per cancellare Israele, quando il nostro patriarca Lot è stato salvato dalla distruzione di Sodoma per merito di Avraham. Allo stesso modo, indipendentemente dalle persecuzioni che ci hanno colpito, non possiamo dimenticare che l’Egitto, durante gli 80 anni in cui Yosef ha esercitato il potere, ci ha ospitato. Per questo non possiamo accettare che Ammoniti e Moabiti entrino a far parte del popolo ebraico, mentre possiamo accogliere a certe condizioni gli egiziani.
La mancanza di riconoscenza si può manifestare in vari modi:
a) dimenticando chi ci ha fatto del bene, come il coppiere, che non serbò memoria di Yosef, quando usci di prigione,
b) ricompensando il bene con il male, come fece il Faraone, che, senza alcun riguardo per i benefici portati da Yosef perseguitò Israele
c) facendo un uso cinico del bene, torcendolo a proprio vantaggio per perseguire uno scopo criminoso. Adam ad esempio accusa H. per avergli messo accanto la donna, che nel disegno divino doveva invece essergli di aiuto. H. viene considerato la causa della caduta dell’uomo, quando la presenza della donna avrebbe dovuto sostenerlo.
Uno dei divieti della Torah che non ha una spiegazione razionale è quello di cucinare assieme carne e latte, divieto ripetuto tre volte nella Torah, per la prima volta nella parashah di Mishpatim. In varie occasioni è possibile comprendere il senso di un aspetto che non ci è chiaro a partire dal proprio contesto, e questa è una delle tecniche interpretative delle quali i chakhamim si avvalgono (davar ha-lamed me’inianò).
Il divieto di cucinare carne e latte assieme viene accostato all’obbligo di presentare le primizie del raccolto al bet ha-miqdash (Es. 23,19). Rashì spiega che si tratta di due insegnamenti distinti, ma dall’accostamento è possibile ricavare un messaggio. L’offerta delle primizie deriva dal divieto di utilizzare la prima parte di qualcosa, che è considerata la fonte del bene, e pertanto deve essere riconsegnata ad H., affinché benedica la terra e i suoi frutti. Molte mitzwot della Torah seguono questa logica. In questo modo mostriamo la nostra riconoscenza ad H.
L’esatto opposto è cucinare il capretto nel latte di sua madre. Il latte è destinato a portare vita. Questo cibo portentoso è destinato a sostentare il capretto all’inizio della sua esistenza. Prendere questa fonte di vita e usarla per cucinare il capretto per soddisfare un capriccio dell’uomo, è un atto di rara malvagità. Tramutare la vita in morte è talmente disumano da doversene distanziare più possibile, includendo nel divieto la carne di volatili, vietando, oltre il cucinare, anche il consumo ed il godimento, aspettando sei ore dopo avere mangiato la carne.
Troviamo un procedimento analogo nella mitzwah dello Shiluach ha-qen. Ciascun animale ha l’istinto naturale di preoccuparsi dei propri piccoli. La mamma cova le proprie uova, per crescere i propri figli. Non è consentito sfruttare cinicamente questo sacro momento a proprio vantaggio. Non ci si può appoggiare su questo sentimento per prendere la mamma assieme ai suoi piccoli. Il midrash (Devarim Rabbah 6,5) dice a nome di R. Eli’ezer: poiché il volatile si è occupato dalla gloria del mondo e del suo tiqqun è giusto che si salvi.
Allo stesso modo, quando siamo in guerra e dobbiamo assediare una città, non dobbiamo utilizzare a questo scopo gli alberi da frutto, perché questi sono destinati a dare sostentamento, e non ad essere strumenti di morte.
Secondo R: Yshma’el e il Ramban nel suo commento alla Torah, non era consentito nel periodo in cui erano nel deserto ai figli di Israele mangiare carne se non offrendo dei sacrifici. In questo modo infatti il sangue dell’animale, asperso sull’altare, tornava alla propria radice. Per gli animali che non venivano offerti in sacrificio troviamo la copertura del sangue (kissui ha-dam). Perché il sangue veniva coperto con la terra? Lo impariamo dalla creazione del mondo. Al pari dell’uomo, gli animali selvatici ed i volatili sono tratti dalla terra (Gen. 2,19). Quando il popolo ebraico si insedierà in Israele e non sarà più possibile recarsi di continuo al bet ha-miqdash, la macellazione dovrà svolgersi secondo le modalità proprie del bet ha-miqdash, ed il sangue dell’animale verrà assorbito dalla terra. Per questo la Torah proibirà di mangiare animali che non siano stati macellati per mezzo della shechitah. Non sarà possibile infatti ricondurre il loro sangue alla propria radice. Anche questo divieto, nel libro di Devarim (Deut. 14,21) verrà accostato al divieto di cucinare carne e latte assieme, per ribadire il principio ispiratore di molte mitzwot, che non dobbiamo ripagare con il male il bene di cui abbiamo goduto. Se un’azione ha questa caratteristica, dobbiamo distanziarcene quanto più possibile.