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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Secondo Rashì gli inviati andavano solo in diaspora. Per il Ritvà andavano solo in Israele e Babilonia. Per le Tosafot in Israele e in Diaspora.
b) Gli inviati viaggiavano solo durante i giorni feriali, e non durante gli Shabbatot, proseguendo sino a Pesach e a Sukkot (a quanto sembra continuavano anche durante i giorni di chol ha-mo’ed in vista degli ultimi giorni di mo’ed. Nei luoghi in cui non riuscivano ad arrivare nel dubbio si facevano due giorni di Yom tov.
c) Visto che Shavu’ot cade 50 giorni dopo Pesach, non è necessario che gli inviati escano per il mese di Sivan.
d) Per Av gli inviati viaggiavano solo nei feriali sino al digiuno. Nei posti in cui non riuscivano arrivare si digiunava il 10 di Av, perché il Tempio venne distrutto principalmente il 10, e vi è una discussione a monte su quando è opportuno digiunare, anche se poi i chakhamim hanno stabilito che si digiuna il 9, inizio della distruzione.
e) Secondo le Tosafot Rosh ha-shanah dura due giorni perché siamo in dubbio su quando cade Rosh Chodesh di Tishrì, sebbene dai tempi di Ezrà Elul duri sempre 29 giorni. Nonostante ciò gli inviati uscivano anche per Tishrì per fissare con certezza Kippur e Sukkot.
f) Anche se la ghemarà cita sette mesi, gli inviati uscivano per sei, perché quando c’era il tempio uscivano per Yiar ma non per av, perché non si digiunava per la distruzione del tempio.
g) Secondo Rashì non si digiuna quando non c’è il dominio straniero su Israele. Secondo vari Rishonim non si digiuna solo quando il Bet ha-miqdash è costruito. In questi momenti non si digiuna e non si fanno orazioni funebri.
h) La decisione di digiunare o meno quando non vi sono decreti stranieri e non c’è pace (nel senso inteso dalla ghemarà) ricade sul tribunale (Ritvà)) sulla maggioranza di Israele (Tur), o su ciascun singolo (Ramban). In ogni caso il Tur scrive che visto che in passato hanno ritenuto giusto digiunare, vale lo stesso anche per noi. Il Ramban scrive che quando ci sono decreti antiebraici si digiuna per disposizione profetica, e valgono i cinque divieti di Kippur. Inoltre in tutti i digiuni si inizia a digiunare dalla sera come di Tish’à beav. Al giorno d’oggi ci si è limitati ad accettare solo il digiuno, e non gli altri divieti, solo di giorno.
i) La differenza fra Tishah beAv e gli altri digiuni è la portata delle disgrazie avvenute, o che la distruzione è stata doppia.
l) E’ possibile che vi sia una contraddizione fra il Talmud Bavlì e lo Yerushalmì sulla data del digiuno di Tammuz (il 9 o il 17). Il Talmud Yerushalmi ritiene che vi sia stato un errore di calcolo ai tempi della distruzione del primo tempio, per via della situazione drammatica. Altri ritengono invece che ci siano delle differenti versioni. Le Tosafot scrivono che ai tempi del primo tempio avvenne il 9, e a quelli del secondo il 17, ma poiché noi viviamo ancora le conseguenze della seconda distruzione, digiuniamo il 17.
m) La fissazione del digiuno di Ghedaliah è collegata agli altri digiuni legati alla distruzione del tempio, e per questo quando questi vengono annullati, anche il digiuno di Ghedaliah, che è stato fissato per l’uccisione di un giusto, che è paragonata alla distruzione del Tempio, decade.
n) Il fatto che la ghemarà menzioni il fatto che R. Yehoshua si sia rasato costituisce una difficoltà, perché durante i digiuni non vietato radersi.
o) In generale si deve fare attenzione a non scrivere il Nome sui documenti, e neanche attributi divini. Alcuni fanno attenzione a non gettare un documento su cui è scritto Shalom. Il Rosh in questo caso permette.