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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) Nella maggior parte dei posti celebravano Rosh ha-shanah per due giorni e non era pertanto necessario vietare di digiunare il due di Tishrì, perché è Yom Tov. L’unica eccezione era Yerushalaim, perché se veniva dichiarato che il trentesimo giorno di Elul era Rosh Chodesh, celebravano Rosh ha-shanah solo il primo di Tishrì. Questa soluzione riflette l’opinione del Ritvà, non quella di Rashì che era dell’idea che si facesse un solo giorno di Rosh ha-shanah, ed era pertanto necessario indicare che è vietato digiunare il due.
b) Il Ritvà scrive che la ghemarà si esprime in questo modo, dicendo che il due è il giorno dopo Rosh Chodesh, e non il giorno dopo Rosh ha-shanah, perché Rosh Chodesh, al contrario di Rosh ha-shanah che deriva dalla Torah, è di istituzione rabbinica, ed è necessario un rafforzamento da parte dei chakhamim.
c) Lo schema della successione per determinare che Yehudah ben Shamua’ è vissuto dopo la distruzione del tempio è R. Yochanan Ben Zakkai-R. Eli’ezer-R. Aqiva- R. Meir- Yehudah ben Shamua’.
d) Se la meghillat ta’anit vale per chanukkah e purim, come è possibile che digiuniamo il 13 di Adar, giorno che precede Purim? Il Ran risponde che Purim è midivrè qabalah, e quindi non ha bisogno di chizuq da parte dei chakhamim, come i mo’adim stabiliti dalla Torah.