Il Sefer Torah è stato messo a disposizione da Delia e Noemi Tedeschi
Quest’oggi il nostro bet hakeneset prova la gioia dell’ingresso di un nuovo Sefer Torah, messo a disposizione dalla famiglia Tedeschi in occasione del Bar Mitzwah di Vittorio, che abbiamo festeggiato alcuni mesi fa. Questo piccolo Sefer, un vero gioiello di perizia tecnica per via delle sue dimensioni ridottissime, crea un ulteriore legame speciale fra Torino ed Eretz Israel, perché sinora è stato utilizzato nel Tempio italiano di Yerushalaim.
E’ bello pensare che appena pochi minuti fa abbiamo letto il verso dal quale si apprende l’ultima mitzwah della Torah, che è appunto quella di scrivere un Sefer Torah (Devarim 31,19): “Or dunque scrivetevi il seguente Cantico, e fa ch’i figli d’Israel l’apprendano e l’abbiano in bocca”. Il verso anzitutto presenta una difficoltà: se ci si riferisce unicamente alla parashah di Haazinu, che leggeremo a D. piacendo la prossima settimana, Shabbat Teshuvah, perché legare l’obbligo alla scrittura di tutta la Torah? E’ evidente che vi troviamo di fronte ad un riconoscimento di dignità a tutte le parashot della Torah, che hanno tutte il medesimo valore. Il Rambam nel Sefer ha-mitzwot scrive (MItzwah 18), basandosi su una ghemarà in Massekhet Menachot (30a), che chi mette in pratica questa mitzwah è considerato come se avesse ricevuto la Torah dal Sinai. Vi è quindi una preoccupazione collegata alla perpetuazione della Torah di generazione, e questo passaggio all’interno della famiglia rende l’idea in modo migliore di qualsiasi parola. Lo scopo di questa mitzwah è che la Torah sia sempre con noi, per potere apprendere le varie halakhot attraverso lo studio del testo. Oggi evidentemente con la diffusione della stampa e dei supporti elettronici, e dopo che la Torah orale è stata messa per scritto, la portata di questa mitzwah sembra essere molto inferiore rispetto al passato. Tuttavia il senso di questo insegnamento è notevole. Alcune settimane fa, nella parashah di Shofetim, leggevamo dell’obbligo del re di scrivere un Sefer Torah da tenere sempre con sé, affinché la Torah lo accompagnasse e ispirasse le sue decisioni. La Torah è la nostra compagna di vita, e per questo deve essere sempre con noi. Il Rosh non riferisce questo insegnamento al solo Chumash, ma a tutti i testi fondamentali della nostra tradizione, il Tanakh, la Mishnah, la Ghemarà ecc. Nulla di più facile al giorno d’oggi. Ma vi è il passaggio successivo, che è quello dell’applicazione costante e dello studio continuo, che deve essere una priorità assoluta per tutti noi. Un grosso chazak dunque alla famiglia Tedeschi per questa grande mitzwah; che H. gliene renda merito.