Da una teshuvah di Rav Ovadiah Yosef z.l.
Quest’anno Tu biShvat cade di Shabbath, e si pone pertanto la domanda su quale sia il momento più opportuno per fare il seder di Tu biShvat, poiché si dovrà fare necessariamente dopo il Qiddush del venerdì sera.
In linea di principio sarebbe infatti possibile farlo in tre momenti distinti: a) prima del pasto b) durante il pasto c) al termine del pasto dopo la birkat ha-mazon.
Da un punto di vista halakhico le ultime due soluzioni sarebbero preferibili, perché la prima presenta delle difficoltà, che Rav Ovadiah Yosef z”l affronta in una teshuvah nei responsa Yechavvè da’at (2,82).
Premettiamo che se il seder viene fatto durante il pasto, si dovrà recitare la berakhah rishonah sui frutti che non vengono consumati abitualmente durante il pasto (a.e. fichi, uva, a meno che non vengano consumati assieme al pane), perché sono considerati cibi che vengono consumati per via del loro sapore piacevole, e non perché portano sazietà, e quindi l’ha-motzì non ci esenta dal recitare la berakhah prima di consumarli, mentre non si reciterà la berakhah acharonah, perché verrà assorbita dalla birkat ha-mazon (Shulchan ‘Arukh, Orach Chayim 177,1). Durante il pasto, dopo l’ha-motzì, non si recita la berakhah sulle bevande, all’infuori del vino, per via della sua importanza (TB Berakhot 41b).
Se invece il seder viene recitato dopo la birkat ha-mazon, si dovrà attenzione ad attendere prima di iniziare, perché c’è il rischio che le berakhot recitate siano “non necessarie”, e per questo sarà necessario fare una breve pausa dopo la birkat ha-mazon.
Fare il seder all’inizio del pasto, dopo il qiddush, presenta invece delle difficoltà. Rav Ovadiah Yosef infatti segnala una discussione fra i rishonim, collegata al seder di Pesach. La domanda è se bisogna recitare la berakhah acharonah per il vino che viene bevuto nella prima parte del Seder, prima dell’ha-motzì. Il Ba’al hamaor (R. Zerakhia ha-Levì) scrive che non bisogna recitare la berakhah acharonah, e sarà sufficiente recitare la birkat ha-mazon alla fine del pasto. Il Rif ed il Ramban ritengono invece che si debba recitare la berakhah acharonah. Questa discussione secondo Rav Ovadiah è applicabile anche per la frutta del seder che viene mangiata prima del pasto. In particolare si dovrebbe effettuare una distinzione, rintracciabile in varie teshuvot, fra cibi che consumati prima del pasto risvegliano l’appetito, e non necessitano di berakhah acharonah, e altri che invece saziano, e se consumati prima del pasto richiedono di recitare la barakhah acharonah. I poseqim italiani (ad esempio il Chidà in Machaziq berakhah, quntres acharon, cap. 174, e Iqqarè ha-dat 9,11) accettano questa distinzione. La Mishnah Berurah (176,2) stabilisce che chi mangia della frutta prima del pasto, e intende con la propria berakhah esentare i frutti che mangerà durante il pasto non reciterà la berakhah acharonah. Se però non intende mangiare altra frutta durante il pasto dovrà recitare la berakhah acharonah. Lo stesso sostengono il Ben Ish Chay (parashat Nasò 4) e il Kaf ha-Chayim (177,7).
Alcuni poseqim stabiliscono una distinzione fra i pasti di mitzwah, come quelli sabbatici, per i quali non si recita berakhah acharonah per i cibi mangiati prima del pasto, e quelli di reshut per i quali invece si recita. Per uscire da qualsiasi dubbio è opportuno fare una pausa fra la berakhah acharonah e la netilat yadaim.
Altri invece (ad esempio i responsa Mayim Chayim Mashash, cap. 241) scrivono che, dal momento che non è possibile risolvere la controversia, si consumino questi cibi unicamente durante il pasto.
Per questo è opportuno fare il Seder alla fine del pasto. Un motivo ulteriore è che l’Or Zarua’ (2,21) scrive che è mitzwah mangiare il pasto sabbatico con appetito, e visto che la parte principale del pasto è il pane, è proibito mangiare altro prima.