Rosh haShanah 5777
Fra gli usi più famosi di Rosh ha-shanah vi è di certo quello di mangiare i simanim nelle due sere della festa. La fonte dell’uso è un brano della ghemarà in massekhet Horaiot (12a) che stabilisce “simana milta hì”, letteralemente “il segno è un cosa”. L’uso viene codificato poi nel Tur e nello Shulchan ‘Arukh (Orach Chayim, cap. 583). Tuttavia vi è una difficoltà, che è stata posta già da molto tempo. Quest’uso non costituisce forse una forma di divinazione, proibita dalla Torah (Waiqrà 19,26)? Il Mordechay (glosse al trattato di Yomà) per esempio distingue fra due tipi di divinazione, una proibita e una permessa, quella di mitzwah.
Ma qual è la divinazione proibita? La questione viene affrontata nella baraità nel trattato di Sanhedrin (65b) “gli è caduto il pane dalla bocca, gli è caduto il bastone dalla mano, suo figlio lo ha chiamato da dietro, un corvo lo ha chiamato, una gazzella lo ha interrotto nella via, un serpente alla sua destra e una volpe alla sua sinistra, non iniziare perché è mattino, è Rosh Chodesh, è l’uscita di shabbat”. Qual è la funzione di un segno? Il segno serve a fornire un chiarimento, per comportarsi in un certo modo in futuro. Ma se il segno è totalmente staccato dall’azione che si vuole intraprendere, allora non se ne deve tenere conto. Ma perché è vietato affidarsi al segno? Perché si dimostra di credere che il segno può influenzare o addirittura modificare il futuro, sebbene questo non abbia alcun legame con la realtà, e in questo modo si mostra di non avere fiducia in quanto viene stabilito dal cielo.
Se è così però perché i poseqim hanno permesso i simanim di Rosh ha-shanàh? Esistono varie opinioni in merito. Secondo alcuni non confidiamo totalmente in questi segni, ma formuliamo un augurio (Rashì), secondo altri l’idea è che quanto facciamo sia un modo per risvegliarci e rafforzarci, esplicitando dei propositi per l’anno che inizia (Radaq, Meiri). Per evitare di sbagliarsi, e credere che vi sia un ché di magico in quanto facciamo, e replicare questo genere di atti in altre occasioni, i chakhamim hanno stabilito di affiancare al siman una tefillah. Ma l’aspetto principale, dobbiamo ricordare sempre, non è il mangiare o recitare la formula, ma la teshuvah e le buone azioni. Il Maharal nel Beer ha-golah fornisce una spiegazione differente: non si tratta di divinazione, ma dall’inizio di un’azione. Secondo il Ramban un segno in basso ha la forza di rendere operativo un decreto in alto. I nostri padri, prima ancora di entrare in Eretz Israel, già avevano spartito la terra, e questo fatto rese la conquista più semplice.
Quando facciamo una qualsiasi cosa per la seconda volta è più semplice della prima, perché la strada è già spianata. Così i simanim di Rosh ha-shanah, nel momento fondamentale dell’inizio dell’anno, imprimono un segno nella realtà, e, visto che hanno preso il via, non si interromperanno. Con l’aiuto del Cielo, a partire da questi segni riceveremo la benedizione divina. Che possa essere questo un anno buono e dolce, un anno di successo in tutto ciò che intraprenderemo.