Dario Sanchez [Aggiornato]
In queste ultime ore sta girando in Italia una lista di “giovani ebrei italiani CLICCA QUI“, che, senza tra l’altro essere cittadini israeliani, si sono sentiti in obbligo di prendere le distanze dalle politiche dello Stato di Israele – dunque, non del Paese di cui sono cittadini o residenti – , impegnato in queste ore a difendere la vita e la sicurezza dei suoi cittadini arabi, drusi, circassi ed ebrei. Questi giovani ebrei ne approfittano, tra l’altro, per lamentarsi del fatto che vorrebbero tanto scendere in piazza assieme agli odiatori di Israele, ma si sentono a disagio a scendere in quelle piazze perchè piene di antisemiti.
C’è chi, in queste ore, nelle comunità ebraiche italiane ne sta facendo un dramma, ricercandovi qualcosa di politico. Ebbene, non vi è nulla di politico in tutto questo, men che mai nel loro odio verso Israele.
Ma facciamo un passo indietro. Chi sono, grosso modo, i firmatari? Il fior fiore di certi ambienti borghesi: perfettamente integrati nella società italiana, con più amici cristiani che ebrei, istruiti, laici, con parecchie esperienze di vita all’estero – anche in Israele, eggià. Sarebbero a tutti gli effetti indistinguibili dalla maggioranza cristiana della popolazione italiana – quella più ricca, colta e istruita – , se non fossero ebrei: un ebraismo – sia in senso di identità nazionale , che di identità religiosa – del tutto marginale delle loro vite, talvolta da esibire come elemento esotico in sofisticate conversazioni da salotto con i loro amici non ebrei, ma nulla di più.
In parole povere: se non esistesse Israele, a ricordagli di tanto in tanto di essere ebrei – e mai per ragioni positive, ma sempre e solo luttuose – questi ragazzi sarebbero, come i Cristiani del Natale, gli Ebrei del Kippur.
Ma Israele esiste, ahimè per loro: e i loro “amici” ogni volta che Israele – lo Stato degli Ebrei – compare sulle prime pagine dei giornali, chiedono spiegazioni. Chiedono di scegliere tra la loro amicizia e il sostegno ai cattivi sionisti: cercano l’ebreo buono che gli dica che il loro antisemitismo, sebbene sbagliato, è giustificato dai fatti, dall’enorme sofferenza che i cattivi israeliani infliggono ai palestinesi.
Dunque? Proverei soltanto pena per queste persone, e gli suggerirei onde risolvere il loro dramma personale – il peso dell’identità ebraica – di fare tutto il possibile per smettere di esserlo, di seppellirla per sempre questa identità e di diventare a tutti gli effetti parte della “maggioranza” degli italiani, né più e né meno come i loro amici belli e ricchi esattamente come loro – ma non ebrei. Glielo suggerirei , se non fosse che per un antisemita un ebreo è sempre un ebreo: anche se odia Israele, prega Gesù e mangia maiale.
Ho detto che proverei soltanto pena. Ma non la provo. Come mai? Perchè capisco il loro dramma terribile – sono ironico – e il terrore di essere accostati ai crimini di noi sionisti solo perchè nati dalla vagina sbagliata – sono ancora più ironico – ma non ho alcuna pietà per la loro ipocrisia.
Odiate Israele? Siete Anti-Sionisti? Avete un problema con una identità ebraica non cercata e non voluta, ma capitata in sorte quando eravate solo un ammasso di cellule in un utero ebreo? Benissimo. Ma allora, siate coerenti. Smettetela di avere interessi in Israele.
Smettete di acquistare proprietà a Tel Aviv. Vendete le case che i vostri genitori hanno comprato come forma di speculazione immobiliare, e date il ricavato alla chiesa cattolica palestinese: contribuirete a rendere felice un bambino arabo rimasto senza famiglia per via dei raid che il mio esercito si è trovato costretto a lanciare su dei terroristi islamici.
CON QUELLO CHE VALE UNO DEI VOSTRI APPARTAMENTI, A GAZA POTRESTE COSTRUIRE DUE PALAZZI DI TRE PIANI, O UNA SCUOLA.
Ma sono sicuro che non lo farete. Perchè a voi dei palestinesi non importa niente. Vi importa solo di essere “innocenti”. Di non avere imbarazzi quando i vostri amici antisemiti vi invitano a fare un aperitivo. E la casa di Tel Aviv starà lì, ad aspettarvi. Starà lì perchè vostro padre e vostra madre, quando eravate piccoli, vi hanno detto che l’hanno comprata per garantirvi un posto sicuro, nel momento in cui l’Italia potrebbe diventare per voi un posto insicuro. In quanto ebrei.