In Italia esiste una vasta galassia, presente soprattutto in rete, di individui e riviste di area neofascista e socialista nazionale. Uno dei nomi più conosciuti è quello del giornalista Maurizio Blondet. Ex inviato di “Avvenire”, diffonde sul web tesi strampalate e cospirazioniste imbevute di antisemitismo e cattolicesimo preconciliare. I suoi scritti si concentrano su presunti “poteri occulti” ebraici e massonici. Da vent’anni si impegna a promuovere la versione complottista dell’Undici settembre, secondo la quale gli attentati di Manhattan sarebbero il prodotto di un piano segreto dei sionisti e dei neoconservatori statunitensi. Blondet attinge con abbondanza dagli scritti di Thierry Meyssan e ai Protocolli dei Savi Anziani di Sion.
I libri di Blondet sono pubblicati dalla casa editrice Effedieffe, creata e diretta da Fabio De Fina. Quest’ultima ha pubblicato numerosi testi antisemiti e negazionisti della Shoah. Nel catalogo sono presenti Carlo Mattogno con “Negare la storia? Olocausto: la falsa convergenza delle prove”, troviamo anche “I bugiardi della Shoah” di Anna Kling e tutta una serie di autori antisemiti dell’estrema destra francese: Pierre Virion, Maurice Pinay e Yann Moncomble.
Spiccano anche i lavori di don Curzio Nitoglia, un prete tradizionalista, complottista e violentemente antisemita. Nel catalogo della Effedieffe è presente con numerosi testi come: “Le forze occulte della sovversione”, nella cui sinossi possiamo leggere: “Oggi ci troviamo nell’ultima fase, il Mondialismo, che cerca di impadronirsi del mondo intero per edificare un unico Tempio ed una sola Repubblica universale sotto il giogo di Israele e dell’America, i due Stati dominati dai principali Agenti del caos: il Giudaismo e la Massoneria”. In un altro testo, intitolato “Per padre il diavolo. Introduzione al problema ebraico, secondo la tradizione cattolica”, si scrive impunemente: “Oggi siamo giunti in prossimità di un tempo apocalittico. A noi non restano che due vie: cristianizzarci o giudaizzarci. La miglior difesa che hanno i Cristiani per non lasciarsi contaminare dal Giudaismo è non il pogrom, ma Gesù Cristo stesso”.
I suddetti testi sono disponibili sia sul sito di IBS.it che su Amazon.
Tra i collaboratori di Blondet c’era anche un giovane piemontese, Paolo Borgognone, i cui libri filorussi sono molto diffusi negli ambienti della destra sociale. Borgognone è prima linea nel denunciare le élites massoniche e americane che tiranneggiano il mondo e nel denunciare Israele.
Negli ultimi anni, tutto il percolato antisemita, antisionista, complottista, antiamericano si è agglomerato attorno alla rivista “L’intellettuale dissidente”.
Il suo fondatore è Sebastiano Caputo, allievo di Ugo Gaudenzi, già a capo del gruppo di estrema destra “Lotta di Popolo”, un quotidiano di “sinistra nazionale” – un modo più inoffensivo per dire nazional-socialista. Caputo è un sostenitore di Hezbollah, della teocrazia iraniana e del regime di Assad. Il suo giornale online è la cassa di risonanza della più rancida pubblicistica antisionista. Significativo l’articolo da lui scritto in occasione del 27 gennaio 2013, dal titolo “La Giornata della Cicoria”.
Su “L’intellettuale dissidente”, in un articolo a firma di Daniele Perra, pubblicato in data venti luglio 2018, possiamo leggere: “Con buona pace di chi per decenni ha continuato ad affermare, a dispetto dell’evidenza, che Israele fosse l’unica democrazia del Vicino Oriente; ora, grazie al voto della Knesset, è stato messo nero su bianco: lo Stato nazionale ebraico, declassando a cittadini di serie B la sua componente non ebraica, ammette la sua essenza non democratica”. In un altro articolo, a firma di Andrea Scaraglino, si può leggere: “Israele, dopo essere stato messo alle strette sul piano militare, è passato al contrattacco verbale, minacciando senza mezzi termini il presidente siriano Bashar Al-Assad”.
Questo è il tenore delle pubblicazioni della rivista, molto seguita nei settori della destra radicale. In Italia, purtroppo, non si è mai affermato un fronte politico liberale e conservatore. Tale carenza si manifesta in modo drammatico nella presenza, a un livello profondo, di induriti pregiudizi anti-israeliani e antiatlantisti. Scorie di un passato che, invece di scemare, hanno trovato nuova linfa grazie agli strumenti della rete e all’incapacità dei partiti tradizionali di fornire ideali alternativi tanto alla sinistra quanto alla variante sociale e antioccidentale della destra.