Elena Lattes
Robert conosce Mira ad una cena nella villa di Joszef Balosh influente editore della rivista Magyar Szemble (nella realtà la rivista si chiamava Magyar Szemle). Lui è a capo della Legazione svedese, lei una giovane, affascinante e misteriosa ungherese. Tra i due ci sarà immediatamente un’attrazione irresistibile che sfocerà in una breve, ma intensa storia d’amore nonché in una collaborazione frenetica per riuscire a salvare il più alto numero possibile di ebrei dalle grinfie naziste.
Ispirato alla vera storia del diplomatico e Giusto fra le Nazioni, Raoul Wallenberg, Davide Amante, riprende le sue vicende, raccontate nel primo romanzo già recensito per questa testata: “Punto di fuga” in un nuovo e intrigante thriller, “Il dossier Wallenberg” (DMA Books).
Più elaborato e condito con romanticismo, ma soprattutto con numerose sfumature psicologiche, il racconto è il frutto di una ricerca che l’autore ha condotto per oltre un anno sulla documentazione riguardante questo eroe quasi dimenticato.
Pare infatti che i nazisti avessero stilato un vero e proprio dossier a suo carico e che questo sia stato alla base della sparizione del diplomatico svedese che fu arrestato dai sovietici all’indomani della liberazione di Budapest nel 1945 e di cui non si ebbero più notizie. Con certezza si sa che fu condotto prima in una delle famigerate carceri moscovite, probabilmente la Lubianka, in seguito in un manicomio criminale con l’accusa di essere una spia.
Due anni dopo le autorità sovietiche lo dichiararono morto, ma purtroppo né la Svezia né le forze Alleate si adoperarono sufficientemente per ottenerne la liberazione o la restituzione della sua salma. Con la caduta del regime sovietico e nel 1996 con il Freedom Information Act statunitense, molti incartamenti sono stati resi pubblici.
Da questi è emerso il famoso dossier di cui si occupò personalmente Eichmann che all’epoca era di stanza a Budapest per dirigere personalmente lo sterminio degli ebrei ungheresi. Inoltre, nonostante nel 2012, in occasione del centenario dalla nascita di Wallenberg, l’Archivio delle Politiche estere russe abbia divulgato parte di un’importante corrispondenza tra Mosca e Stoccolma avvenuta fra il 1944 e il 1947, le sorti di Wallenberg rimangono tuttora avvolte nel mistero.
Una delle supposizioni, forse la più remota, ma anche la meno drammatica, è che il diplomatico venne liberato a seguito di un programma di scambio di spie negli anni ‘50 e, a causa delle terribili esperienze subite, abbia poi vissuto altrove sotto falso nome.
Senza rivelarne il finale, basterà accennare che il romanzo di Amante, dunque, lavora su questa ipotesi, portando l’attenzione del lettore sulla misteriosa Mira, personaggio chiave, non solo dal punto di vista sentimentale, per lo svolgimento dell’intera vicenda.
L’autore, introducendo molti elementi di fantasia, tra cui diversi nomi e soprattutto alcuni particolari erotici, racconta l’intera vicenda con ritmo incalzante, interrotto dagli incontri tra i due amanti. In quei momenti sembra che il tempo si fermi e che loro, come tutte le giovani coppie, vivano in un’altra dimensione, al riparo dagli avvenimenti terribili che li circondano. Questo rapporto tuttavia non andrà a scapito della lucidità e dell’efficacia di azione di entrambi.
Un’opera, dunque, che potrà facilmente attrarre il grande pubblico grazie alla passione e alla suspence, accompagnata però dalla breve, ma fondamentale nota storica nelle ultime pagine della pubblicazione.