Non succedeva dall’attentato del 1982 alla Sinagoga di Roma. Silenzio preoccupante delle istituzioni ebraiche
Titolo originale: 25 Aprile, la denuncia di Quartapelle: “Aggrediti con la Brigata ebraica, la polizia dov’era?”
di Zita Dazzi
Arriverà un’interrogazione al ministro degli Interni Piantedosi dopo gli scontri e le tensioni al corteo del 25 Aprile a Milano. La presenterà la deputata dem Lia Quartapelle: «Ero nello spezzone del corteo assaltato. Reggevamo uno striscione di Sinistra per Israele che diceva “Due popoli, due Stati” che è stato tagliato in più punti. Quest’anno, oltre a scortare la Brigata ebraica, abbiamo deciso di portare con noi anche la richiesta di un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi». Quartapelle ricorda anche che «il palco istituzionale è stato fatto oggetto di contestazioni, mentre noi siamo stati aggrediti da giovanissimi con bastoni e oggetti da taglio.
Siamo stati lasciati soli dalle forze dell’ordine arrivate dopo parecchi minuti. Dobbiamo ringraziare i City Angels se non è successo qualcosa di grave». Si unisce alla protesta Emanuele Fiano, in corsa alle europee per il Pd, dopo una lunga carriera da parlamentare in Italia: «In corso Venezia, appena i ragazzi del Carc mi hanno visto col fazzoletto da deportato bianco e azzurro al collo, mi hanno urlato “fuori i sionisti dal corteo”. È l’impazzimento del rapporto fra attualità e storia, oltre che un’ignoranza terribile di cosa sia stata la Brigata ebraica, quei cinquemila giovani ebrei partiti dal territorio del mandato britannico in Palestina, per venire a liberare l’Italia dal nazifascismo, assieme ai partigiani».
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In molti hanno ancora l’amaro in bocca per le tensioni. «La sensazione più forte e brutta per me è stata quella che in questi cortei portare la stella di Davide ormai sia diventato un problema e un pericolo — aggiunge Fiano — . Ormai di fronte all’ecatombe di civili palestinesi a Gaza, la cosa drammatica e clamorosa nelle testa delle persone ora, senza analizzare cosa c’è stato prima, il colpevole non è solo Netanyahu, ma tutto lo Stato di Israele. I suoi simboli, tra cui la stella Davide, sono da odiare, e da qui si arriva all’odio per tutti gli ebrei. È un cortocircuito che va fermato da parte di chi ha responsabilità sociali politiche educative».
25 Aprile, Brigata ebraica contestata a Milano: “Siete come nazisti”
Protesta anche Davide Romano della Brigata ebraica: «La legittimazione di gruppi ProPal con pulsioni antidemocratiche ha avuto il risultato di riempire piazza Duomo di minoranze di fanatici pro Hamas, pro ayatollah iraniani, pro Putin e pro Erdogan. Noi che ci siamo schierati dalla parte della democrazia, noi che volevamo ricordare la Resistenza della Brigata ebraica e degli ucraini in Italia, oltre che portare con noi i dissidenti di oggi, iraniani, russi e eritrei, siamo stati aggrediti. La nostra incolumità è a rischio ma lo è tutto il 25 aprile, egemonizzato da queste minoranze fanatiche e violente. È stato un brutto spettacolo».
Milano, scontri al corteo del 25 Aprile in piazza Duomo
Primo Minelli, presidente dell’Anpi provinciale di Milano, cerca di smorzare le polemiche: «Condanno fermamente i violenti che hanno aggredito gli ebrei in Duomo e le violenze verbali durante il percorso. L’antisionismo e il razzismo non hanno cittadinanza nella Resistenza, l’ho detto io dal palco e l’hanno detto tutti gli altri intervenuti. In piazza Duomo c’erano quelli della Panetteria occupata con le bandiere palestinesi, mentre le comunità arabe erano in fondo. Abbiamo voluto evitare le manganellate sotto al palco, ma quei 200 antagonisti che hanno cercato fino alla fine di rovinare la manifestazione non sporcano una piazza di 130 mila persone. È ingeneroso incolpare l’Anpi di un piccolo tafferuglio. Noi siamo il baluardo contro i violenti. I simboli hanno la loro importanza, ma contano di più le nostre parole».