“Dopo queste cose, avvenne che fu detto a Giuseppe: ‘Ecco, tuo padre è ammalato’. Ed egli prese con se i suoi due figli, Manasse ed Efraim” (Genesi 48:1). “E in quel giorno li benedisse, dicendo: Per te Israele benedirà, dicendo: D-o ti faccia simile ad Efraim e a Manasse! E mise Efraim prima di Manasse” (Genesi 48:20).
Nell’ultimo brano della genesi, leggiamo la famosa storia della benedizione che Giacobbe concesse a Efraim e Manasse, i due figli di Giuseppe. Quando Giuseppe portò i suoi figli davanti al padre per ricevere la sua benedizione, posizionò Manasse, il figlio maggiore, alla destra di Giacobbe, e Efraim, il figlio minore, a sinistra. Giuseppe naturalmente pensava che Giacobbe avrebbe messo la sua mano destra – che rappresenta il primato – sulla testa del figlio maggiore, e la mano sinistra, considerata subordinata alla destra, sulla testa del figlio minore. Giacobbe, tuttavia, invertì le sue mani ponendo la mano destra sul figlio minore Efraim e spiegò a Giuseppe che Efraim avrebbe superato in levatura il fratello maggiore e quindi meritava che gli fosse posta la mano destra sulla testa.
Molti commentatori si sono chiesti perché Giacobbe non abbia chiesto ai suoi nipoti di cambiare posizione invece di incrociare le mani. Perché Giacobbe decise di cambiare mano?
Rabbì Elimelekh di Lizhensk (1717-1786) suggerisce che Giacobbe volesse risparmiare a Manasse l’imbarazzo del cambio della posizione. I fratelli stavano davanti a Giacobbe con la testa abbassata e quindi non potevano vedere quale mano poggiasse sula loro testa. Incrociando le mani, Giacobbe si assicurò di posizionarle come voleva lui senza che Manasse si rendesse conto che gli era stata data la mano sinistra nonostante fosse il fratello maggiore. Se Giacobbe avesse chiesto ai fratelli di riposizionarsi, Manasse avrebbe capito di essere relegato ad uno status secondario e per questo avrebbe quindi subito un disagio.
Rav Shimon Schwab (1908-1993), guida della Khal Adath Jeshurun a New York, diede invece una spiegazione diversa. Giuseppe rappresentava un eccezionale combinazione di grandezza spirituale e materiale. Era uno studioso eccezionale e persona pia, ma allo stesso tempo era uno statista navigato. Come secondo in comando del Faraone, che all’epoca governava il più grande impero della terra, Giuseppe partecipava a riunioni con governanti e dignitari e aiutava a gestire una grande nazione, era quindi sia un uomo santo sia un uomo di mondo.
Questa combinazione esiste raramente in un singolo individuo e, in effetti, nella prole di Giuseppe queste due qualità vengono separate. Efraim era studioso della Torà, e il Midrash racconta che durante i diciassette anni trascorsi in Egitto, Giacobbe studiò la Torà tutti i giorni con Efraim. Manasse, invece, prestò servizio come assistente di suo padre nel governo e nella gestione degli affari economici e geopolitici del paese.
Efraim e Manasse rappresentano quindi i due ambiti di guida necessari al popolo ebraico: quella spirituale e quella materiale.
Questo, ha spiegato Rav Schwab, è il motivo per cui Giacobbe ha deciso di tenere Manasse alla sua destra, anche se ha messo la mano destra sulla testa di Efraim. Nel mettere in rilievo che lo studio e l’osservanza della Torà siano principio fondante di una comunità che si dica ebraica, non voleva che si deducesse che l’occuparsi delle necessità materiali della collettività non fosse significativo.
Nello Shulchan Arukh (Yorè Deà 246:1), Yosef Caro (1488-1575) stabilisce che ogni ebreo ha l’obbligo di studiare Torà ogni giorno e notte. Poi aggiunge che se una persona non può studiare Torà, o perché non ne abbastanza capacità per iniziare a imparare, o a causa del suo programma di vita, dovrebbe almeno sostenere gli studiosi della Torà e in questo modo adempirebbe ai suoi obblighi rispetto all’apprendimento della Torà.
Questa norma sottolinea il fatto che tutti i membri del nostro popolo indipendentemente dal loro background o dalle loro competenze, hanno un ruolo cruciale da svolgere nel processo di sviluppo della Torà. Abbiamo bisogno sia di Manasse sia di Efraim: persone che studiano la Torà e persone che sostengono la Torà, insieme costituiscono la spina dorsale del popolo ebraico e contribuiscono a garantire alla sua sopravvivenza fisica e spirituale, Shabbat Shalom!