“Va iezzè Jaakov mi Beer Shava va clielekh Charana” – “E uscì Giacobbe da Beer Sheva e andò a Charan”.
Con queste parole la Torà descrive la partenza di Giacobbe dalla casa paterna per rifugiarsi da suo zio Labano, dopo i fatti avvenuti con suo fratello Esaù.
I commentatori ci mostrano che a differenza di Isacco, che non ha mai abbandonato la terra di Israel, Giacobbe è il primo ebreo ad andare in Diaspora:
Diaspora che durerà venti anni.
Facciamo un pò di esercizi di grammatica:
Il verbo “la zet – uscire” al passato della terza persona singolare fa “iazzà – uscì” mentre “iezzè” corrisponde al futuro della terza persona singolare; quindi “uscirà”.
Sappiamo dalla massorà, tradizione rabbinica sulla lettura del testo della Bibbia, che una peculiarità del testo della Torà è quella di scrivere il verbo al futuro per esprimere il passato e viceversa. Per fare in modo che ciò si verifichi, il verbo deve essere preceduto da una vav che ne cambia il tempo vav ha ippuch: vav conversiva.
Se non seguissimo questa regola noi leggeremmo: “va iezzè Jaakov mi Beer Sheva…. – e uscirà Giacobbe da Beer sheva”.
Tutto ciò è abbastanza chiaro, anche perché trattasi di storia antica.
L’inizio della hagadà che leggiamo le prime due sere di Pesach, racconta la storia del nostro popolo, fino all’uscita dall’Egitto. I Maestri della Mishnà ci insegnano che la hagadà inizia con parole di vergogna e termina con parole di lode.
Quali sono le parole di vergogna? “Aramì oved avì va iered mizraima – mio padre servì l’arameo e scese in Egitto”. Questa è la storia delle nostre sofferenze; proprio nella parashà di questa settimana si narra di Giacobbe che si sottomise a Labano l’arameo per poi dopo altri venti anni scendere in Egitto.
Ora proviamo a tradurre il testo senza rispettare la regola masoretica della vav ha hippuch: “va iezzè Jaacov mi Beer Shava vaielekh Charana – e uscirà Giacobbe da Beer Sheva (Israele) e andrà a Charan (Babilonia)”.
Molte volte nel corso della nostra storia Giacobbe – Israel ha lasciato Erez Israel per essere deportato in Diaspora.
Il messaggio della Torà è molto chiaro: comunque vorrai leggere, al passato o al futuro, tutto ciò che è accaduto può tornare ad avverarsi, anche più volte, finché Israele non si stabilirà definitivamente in Erez Israel.
Shabbat shalom