David Zebuloni
Rav Meir Shapiro (1887-1933), presidente dell’Agudat Israel polacca e Rosh Yeshiva dei Chahmei Lublin, introdusse la rivoluzionaria idea del Daf Yomi, lo studio di una pagina al giorno del Talmud Babilonese, con il fine di completarlo in sette anni e mezzo. La conclusione dello studio si celebra con un evento chiamato Sium HaShas. Il primo ciclo di studio iniziò a Rosh HaShana del 1923, con l’intento che ogni ebreo del mondo studiasse lo stesso foglio nello stesso giorno, globalizzando così il sapere millenario ebraico.
“Storicamente lo studio del Talmud è stato per eccellenza riservato ai soli uomini”, racconta Letizia Fargion, “ma il tredicesimo ciclo, che si è concluso qualche giorno fa, ha portato con sé una novità assoluta: la partecipazione significativa dello studio della Ghemarà allargato al pubblico femminile“. Insieme a centinaia di celebrazioni che si sono tenute in tutto il mondo del Sium HaShas, ce n’è stata una in particolare, organizzata dall’organizzazione Hadran (Advancing Talmud study for Women), a catturare l’attenzione pubblica. “Sono state 3,500 le donne arrivate da tutta Israele, e non solo, per riunirsi a Biniane HaHuma a Yerushalaim, per celebrare e festeggiare questo momento”, continua Letizia Fargion, anche lei presente all’evento. “Tutte insieme abbiamo letto l’ultimo brano di Masechet Nidda, emozionate di essere giunte a tale traguardo“.
“E’ un momento epocale assistere alla partecipazione allo studio di tutto il popolo comprese le donne che, con serietà e dedizione, hanno portato a termine il progetto del Daf Yomi”, ha detto Rav Saks da Londra. Grandi personalità come Rav Benny Lau, la Rabanit Michelle Cohen Ferber (fondatrice del Daf Yomi femminile) la Rabanit Dr. Michal Tikochinsky, la rabanit Malke Bina (fondatrice della yeshiva femminile Matan) sono intervenuti sottolineando l’importanza della divulgazione del sapere presso tutto il popolo ebraico. La Rabbanit Esti Rosemberg, nipote del grande Rav Soleveichik, ha detto come suo nonno, fin dagli Anni Sessanta, iniziò a insegnare Ghemarà anche alle donne. Tra gli ospiti d’onore Jaine Shottenstein, che con l’edizione sponsorizzata dalla sua famiglia, ha contribuito notevolmente allo studio e diffusione del Talmud in questi ultimi anni.
“La serata si è conclusa con l’augurio che lo studio sia la luce che guidi la nostra vita: Torah shel chaim e chaim shel Torah (Torah per la vita e vita per la Torah) e una coinvolgente performance corale del pubblico con la canzone guidata da kululam”, racconta emozionata Letizia, originaria di Milano e israeliana dal ’94, di professione organizzatrice di eventi. “E’ stato emozionante partecipare a questo evento che ha celebrato il trionfo dello studio e del sapere anche come strumento di emancipazione della figura della donna nell’ebraismo. Oggi chi vuole studiare ha sicuramente molti più strumenti di un tempo. Basti pensare all’edizione Shottenstein o alle lezioni a disposizione su Hadran.org.il. In generale sento che a Gerusalemme si avvisano segni di apertura di più ampio respiro dell’ebraismo modern-orthodox. Molte Sinagoghe ortodosse, per esempio, permettono minianim di sole donne che leggono la Meghilat Esther e fanno Dvar Torah. Sono traguardi importanti questi!”, conclude Letizia sorridendo. “Yerushalaim rimane comunque per me la città delle grandi contraddizioni dove convivono realtà diverse. Sempre più attuale diventa il verso di Isaia: Da Sion uscirà la Torah e la parola di Dio da Gerusalemme, כי מציון תצא תורה ודבר ה׳ מירושלים.”
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