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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) L’annuncio della nascita di Ytzchaq può essere visto in due modi, da un mo’ed al successivo, come la ghemarà cerca di fare, o per l’anno successivo all’annuncio, ma questo creerebbe delle difficoltà relativamente alla milah di Avraham, che tradizionalmente è stata effettuata di Tishrì. Questa seconda lettura si concilia meglio con l’espressione secondo la quale Yzchaq sarebbe nato “in un altro anno”. Infatti, se i malakhim parlano di Sukkot (o nei giorni immediatamente precedenti, se la milah di Avraham è stata effettuata di Kippur), Pesach, secondo l’opinione di R. Eli’ezer, per la quale il mondo è stato creato di Tishrì, è nel medesimo anno.
b) Il fatto che il mese Ziv sia Yiar secondo alcuni è una difficoltà insormontabile per sostenere che i patriarchi siano nati di Nissan. Rashì, e così il Ritvà, crede che questa non sia una difficoltà, perché nel mese di Yiar i patriarchi erano già nati.
c) Secondo la ghemarà in Bavà Metzià (87a), Sarah non portò il pane che aveva impastato ai malakhim, perché in quel giorno ebbe nuovamente il ciclo mestruale.
d) La peqidah di cui si parla non è il concepimento, perché la ghemarà per Ytzchaq poco prima ha sostenuto che questo è stato a Sukkot.
e) Secondo la ghemarà il mashiach può arrivare in qualsiasi momento. Come si fa allora a sostenere che la gheullah futura sarà di Tishrì. La redenzione arriverà in ogni caso, e quel momento è fissato ma il popolo d’Israele ha la possibilità, attraverso il proprio comportamento, di anticiparla, e questa può venire in qualsiasi momento.