“Israele si accampò li, di fronte al monte…”(Esodo 19:2).
Shavuot ricorda il giorno in cui il Signore ha fatto dono al popolo ebraico della Sua Torà. Un dono che, anche se eterno, dobbiamo conquistarlo ogni giorno.
Il verso dell’Esoso citato, sottolinea un principio molto importante: il dono della Torà richiede una preparazione e che, secondo un detto di Rabbì Avraham Ya‘akov da Sadagora (1819-1883), la preparazione alla mitzwà è più importante della mitzwà stessa. Il brano della Torà che leggeremo domani, rileva come la preparazione, rispetto al dono ricevuto passivamente, sia un’azione attiva da eseguire in prima persona.
Un Midrash, spiega il motivo per cui il monte Sinai fu scelto per ricevere la Torà citando un verso del libro dei Proverbi (29:23): “La superbia dell’uomo lo abbassa, l’umile otterrà l’onore”.
“La superbia dell’uomo lo abbassa” sono i monti Tabor e Carmel che si sono presentati e si sono espressi con alterigia dicendo di essere i più alti e quindi D-o avrebbe dovuto far scendere su di loro la Torà; “l’umile otterrà onore” è il monte Sinai, che si è comportato con umiltà dicendo di essere il più piccolo e per questo ottenne l’onore che “l’Eterno scese sul monte Sinai…”(Esodo 19:20).
La festa di Shavuot, tra le tante cose, pone alla nostra attenzione quanto sia importante la dote dell’umiltà e propone un suggerimento, non solo per rinnovarci anche quest’anno nella Torà, ma anche per essere ascoltati da coloro cui chiediamo di elevarci ad un ruolo di responsabilità.
Bon monghedde e bon Shabbadde!!