Non è solo Hamas, non è solo l’Iran; perché tutto il mondo è contro di noi?
Rav Chaim Navon – Motzash – Makor Rishon 24.8.2025
La Francia imparò la lezione dalla Prima Guerra Mondiale e costruì la Linea Maginot. Era un’enorme muraglia di potenti fortificazioni, la maggior parte sotterranee, collegate da ferrovie sotterranee. La Linea Maginot fu un enorme successo ingegneristico – ma i tedeschi la aggirarono facilmente all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, e si precipitarono con i loro carri armati moderni a spaccare la Francia. I francesi avevano davvero imparato la lezione dalla guerra – solo che non era la lezione giusta.
Fino al massacro di Simchat Torah 5784 vivevamo dentro una bolla. Poi la bolla scoppiò, e imparammo la lezione. Ma abbastanza presto scoprimmo che non era la lezione giusta. Come le bambole russe che una volta chiamavamo “babuschka”, si rivelò che vivevamo in una bolla dentro una bolla. Quando scoppiò la prima bolla capimmo quanto avevamo sottovalutato il valore di Sinwar e il pericolo di Hamas; quanto ci eravamo illusi che il muro che avevamo costruito potesse fornirci protezione; quanto ci eravamo sbagliati quando avevamo permesso agli assassini pazzi di Hamas di costruire uno stato del terrore a distanza di sputo.
Ma da allora si sono accumulate prove che ci hanno insegnato che anche questa immagine è molto parziale. Sempre più scoperte ci insegnano che non si trattava di qualche piano puntuale e maligno del genio malvagio Sinwar, ma di un dettaglio di un piano gigantesco per la distruzione dello Stato di Israele, ideato dai suoi padroni in Iran. Il ministro Smotrich ha approfondito questo tema non molto tempo fa in un discorso pubblico.
Altri dettagli di questo piano continuano a emergere, e oggi sembra che Hamas fosse l’anello debole. Se avessero invaso Israele simultaneamente Hamas da sud, Hezbollah da nord e grandi milizie irachene da est – con grande orrore è difficile credere che saremmo riusciti a fermarli. Se quello stesso giorno fossero stati lanciati contro Israele anche decine di migliaia di missili balistici dall’Iran, avremmo potuto contare i nostri morti in sei cifre. Quella avrebbe potuto essere la fine dello Stato ebraico.
Quando questa seconda bolla si frantumò scoprimmo che Sinwar non era il cervello malvagio e brillante che aveva ideato un piano militare geniale, ma un comandante avventato e avido di gloria, che insistette nel metterlo in pratica senza coordinarsi con i suoi partner. Hamas da solo lo fermammo a fatica, grazie a migliaia di volontari che si precipitarono in battaglia, senza che nessuno li chiamasse; grazie alla polizia, che rapidamente installò posti di blocco; e grazie alla malvagità dei terroristi, che non riuscirono a trattenersi e si fermarono al festival Nova, per stuprare e torturare e massacrare. Senza questi tre fattori, i membri di Hamas avrebbero potuto arrivare anche a Tel Aviv. Se si fossero uniti a loro gli altri nemici di Israele, come volevano e pianificavano – guai a noi e ai nostri figli.
La domanda che mi tormenta oggi è se con questo abbiamo esaurito le nostre bolle; se non è possibile che siamo ancora intrappolati dentro una terza bolla, ancora più grande delle precedenti: la bolla dell’odio verso Israele. Ci troviamo di fronte a un’ondata senza precedenti di antisemitismo: da parte dei nostri nemici terroristi, che sono disposti a far diventare tutta Gaza un cumulo di macerie purché riescano a uccidere altri ebrei; e da parte della maggior parte del mondo occidentale, che esprime riserve insipide e piene di rancore verso lo Stato ebraico. Non molto tempo fa si è scoperto che 1.500 rifugiati sono stati massacrati in un giorno ad aprile di quest’anno in un campo profughi in Darfur. Ne avete sentito qualcosa? Avete visto il mondo occidentale agitarsi? Non sono contro di noi perché sono a favore dei diritti umani; sono contro di noi perché sono contro di noi. L’antisemitismo è di nuovo di moda in Occidente.
Non molto tempo fa si è scoperto che 1.500 rifugiati sono stati massacrati in un giorno ad aprile di quest’anno in un campo profughi in Darfur. Ne avete sentito qualcosa? Avete visto il mondo occidentale agitarsi?
Nei decenni trascorsi dalla Shoah eravamo abituati a pensare che l’antisemitismo fosse un fenomeno passeggero, e che la simpatia per gli ebrei fosse la nuova normalità. Ma forse stiamo assistendo al frantumamento di questa bolla; al riconoscimento del fatto che proprio il declino dell’antisemitismo in Occidente era l’eccezione temporanea e anormale, e che oggi stiamo tornando alla realtà che i nostri padri conoscevano da sempre: “È noto che Esaù (e Ismaele) odiano Giacobbe“.
Non c’è alcuna spiegazione razionale per il prezzo che gli arabi musulmani sono disposti a pagare in cambio del massacro tra noi; non c’è alcuna spiegazione razionale per l’entusiastico sostegno che ricevono nelle capitali occidentali. Dato che è così, rimaniamo con la spiegazione irrazionale. I gentili odiavano mio padre, quando cercarono di ucciderlo nelle battaglie del Canale; odiavano mio nonno, quando si nascose in Olanda durante la Shoah e si travestì da pastore di maiali locale; odiavano il mio bisnonno, quando gli bruciarono la barba nella Prima Guerra Mondiale. Perché mi è venuto in mente che non avrebbero odiato me? Non sono migliore dei miei padri.
Nonostante questo odio, potremo con l’aiuto di Dio esistere in sicurezza in questa terra. Potremo accumulare forza, stringere alleanze temporanee, trovare partner, identificare interessi comuni. La terra potrà riposare quarant’anni. Quello che non potremo fare d’ora in poi è dormire con entrambi gli occhi chiusi. Se la terza bolla si sta davvero frantumando adesso, d’ora in poi dormiremo sempre con un occhio aperto.