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Rosh Hashanà – Rito Benè Romi

30,00

Machazòr di Rosh Hashanà – Capodanno di rito italiano מחזור לראש השנה כמנהג בני רומי
2020 – Pagine 336

Informazioni aggiuntive

Copertina

Cartonata e telata

Formato

148×210 mm

Testo

Testo ebraico e traduzione italiana a fronte

COD: 142 Categorie: , Product ID: 90

Descrizione

Libro di preghiere di rito italiano in uso oggi nelle sinagoghe, con chiare indicazioni dei brani recitati dal solo chazàn (ufficiante) e quelli recitati invece insieme al pubblico, per una partecipazione consapevole alle funzioni.

Quest’edizione comprende tutte le tefillòt  per la festa di Rosh Hashanà – Capodanno (testo ebraico e traduzione italiana), comprese le relative letture della Torà ed è rilegata con una speciale tela di tessuto plastificato e rinforzi che la rendono particolarmente resistente all’usura nel tempo.

Introduzione

Gli ebrei italiani, minoranza tra minoranza, si trovano spesso in difficoltà rispetto ai loro fratelli di altri riti, che oggi possono disporre di buone, e talvolta splendide, edizioni moderne di testi di tefillà secondo i riti maggiori. Il progetto editoriale di Morashà è ambizioso: offrire a tutti coloro che pregano secondo l’antico minhàg italiano dei testi nuovi, di buona qualità grafica, facilmente leggibili, con tutti i testi ordinati senza dover ricorrere a salti avanti e indietro tra le pagine del libro. 

Dopo il successo del siddùr per giorni feriali e shabbàt, Hosha’anà Rabbà e Simchàt Torà esce ora questa nuova pubblicazione speciale per Rosh Hashanà. 

Rosh Hashanà, il capodanno ebraico, si caratterizza anche per le sue preghiere. La preghiera del Musàf, in particolare, è la più lunga di tutto l’anno. Il rito seguito dagli ebrei italiani, quotidianamente e nelle feste, è strettamente legato alle antiche radici talmudiche, ma si caratterizza per le sue specificità, varianti e aggiunte. Nella pratica che attraverso i secoli si è consolidata nella comunità di Roma, si è progressivamente formato un corpus di preghiere particolare, che costituisce un notevole documento storico, liturgico e halakhico. Una preghiera comune a tutto il popolo d’Israele, e al tempo stesso un po’ speciale per gli ebrei di rito italiano.

Il pubblico numeroso che riempie le Sinagoghe nei giorni festivi rischia di perdere il senso del richiamo collettivo e anche delle particolarità di questa tefillà solenne e unica, mentre viene distratta dagli incontri con gli amici, dai rumori della folla e anche dalla lunghezza dei testi, difficili da seguire. Ma Rosh Hashanà deve essere soprattutto un momento di pausa, di riflessione, di preparazione al giudizio. La tefillà è uno strumento potente in questa direzione. Con questa nuova edizione si vuole venire incontro a coloro che cercano di percorrere un cammino di avvicinamento al sacro, alla kedushà, guidati dai testi fissati dalla tradizione. 

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a questa nuova importante iniziativa, che si spera sia gradita e utile.

Rav Riccardo Di Segni
Introduzione alla prima edizione – 2003

Indice מפתחות

Introduzione VII הקדמה

’Erùv tavshilìn 1 ערוב‭ ‬תבשילין

Accensione dei lumi 1 הדלקת‭ ‬נרות

Minchà della vigilia 2 מנחה‭ ‬לערב‭ ‬ראש‭ ‬השנה

’Arvìt di Rosh Hashanà 12 ערבית

Preghiera per gli alimenti 30 תפילה‭ ‬לפרנסה

Kiddùsh serale 34 קידוש

Sèder di Rosh Hashanà 36 סדר‭ ‬ראש‭ ‬השנה

Shachrìt di Rosh Hashanà 38 שחרית

Zemiròt 45 זמירות

Introduzione a Nishmàt 59 רשות‭ ‬לנשמת

Yotzèr di Rosh Hashanà 67 יוצר

Sèfer Torà 82 הוצאת‭ ‬ספר‭ ‬תורה

Shofàr 97 סדר‭ ‬תקיעת‭ ‬שופר

Musàf di Rosh Hashanà 103 מוסף

Kiddùsh diurno 127 קידוש‭ ‬לסעודת‭ ‬שחרית

Minchà di Rosh Hashanà 128 מנחה

Cerimonia  del Tashlìkh 144 סדר‭ ‬תשליך

’Arvìt di Motzaè Rosh Hashanà 151 ערבית‭ ‬למוצאי‭ ‬ראש‭ ‬השנה

Cerimonia delle teki’òt 165 סדר‭ ‬תקיעות

La traduzione

La traduzione che affianca il testo ebraico ha origine dall’edizione del 1856 del Machazòr di rav Shemuèl Davìd Luzzatto (Shadàl), uno dei più grandi maestri dell’ebraismo italiano dell’era moderna. È su questa prestigiosa versione che Costanza Coen ha iniziato nel 2000 a elaborare un testo che tenesse conto sia delle brillanti intuizioni dell’autore, profondo conoscitore della lingua ebraica, sia della necessità di arrivare oggi a un italiano comprensibile a tutti. Questo lavoro è stato successivamente esteso ed elaborato da altri collaboratori fino all’attuale versione, utilizzando anche testi di allievi del Luzzatto e di maestri a noi più vicini, come l’enciclopedica edizione di rav M.E. Artom z.l.

Dove possibile, la traduzione originale è stata resa più aderente al senso letterale del testo ebraico, uniformando la corrispondenza tra i frequenti sinonimi e la loro trasposizione in italiano.

È chiaro che così operando potremmo aver trasgredito a molti criteri storici e filologici, e agli esperti vanno da subito le nostre scuse. Tuttavia, il progetto dei siddurìm di Morashà, in tutte le loro edizioni, ha avuto soprattutto l’intento di offrire al pubblico italiano strumenti accessibili per poter adempiere a un precetto divino, quello della tefillà, con un’immediatezza che non ponesse ostacoli alla comprensione, perlomeno superficiale, dei brani recitati in ebraico.

La redazione

Siddùr Benè Romi

Benè Romi è il nome con cui vengono chiamati gli ebrei di rito italiano nella letteratura rabbinica talmudica, dove ne vengono descritte le specifiche usanze, sin dai primi secoli dell’era volgare (p.e. TB Pesachìm 53a). Il primo siddùr di preghiere mai stampato al mondo è quello per gli ebrei italiani (Soncino 1485). Una edizione di poco posteriore (Bologna, 1540) è servita da supporto per la presente pubblicazione. Numerose altre edizioni si sono aggiunte nel tempo. Particolarmente degna di nota è quella curata da Shemuèl Davìd Luzzatto (Shadàl: Livorno, 1856), con un’ampia prefazione in cui il rito italiano viene studiato e descritto per la prima volta (rist. D. Goldschmidt, Mavò le-Machzor Benè Roma, Tel Aviv, 1966).  Il Novecento ha visto diverse pubblicazioni: ricordiamo quelle di A. Hasdà (Torino, 1905), D. Camerini (Torino, 1916) e nel secondo dopoguerra quelle di D. Prato e D. Panzieri a uso della Comunità di Roma, mentre D. Disegni curava edizioni particolari per le Comunità di Torino e Milano; va ricordata infine quella più recente di M.E. Artom con le varianti di tutte le Comunità.

La collana Siddur Benè Romi si aggiunge a questa antica tradizione dal 1999, data in cui viene pubblicata una prima edizione a uso privato del siddùr per i giorni feriali e shabbàt, fino a coprire quasi tutte le ricorrenze del ricco calendario liturgico ebraico. Caratterizzano la collana la nuova composizione elettronica dei testi (i siddurìm precedenti venivano riprodotti in anastatica con evidente degrado della leggibilità); una costante redazione critica degli stessi, che facendo riferimento a tutte le edizioni precedenti, tenga conto dei minhaghìm in uso oggi nei diversi battè hakkenèset; un’impostazione grafica che ne esalti la leggibilità e chiarisca quali sono i brani di competenza del singolo e quali del solo chazàn; delle brevi note halakhiche che possano essere finalmente di guida a chi riconosce nella tefillà non solo un bisogno del cuore, ma anche una dettagliata mitzvà; una punteggiatura ebraica moderna più comprensibile; l’uso di convenzioni grafiche che facilitano la partecipazione alla tefillà in pubblico (parentesi tonde per i brani sottovoce, parentesi quadre per quelli in coro, triangolini grigi per i punti in cui ci si inchina).

È ferma convinzione dei redattori che non solo la sopravvivenza, ma lo sviluppo e la crescita delle specifiche tradizioni comunitarie debbano essere sostenute, oltre che dalla buona volontà dei singoli, da strumenti culturali costantemente aggiornati. Speriamo che il Siddùr Benè Romi possa essere uno di questi.

La redazione