Da una lezione di Rav Shabetai Sabato
Il midrash (Waiqrà Rabbà 28,6), affrontando la mitzwah dell’omer, illustrata nella parashah di Emor, fa un affermazione difficile da comprendere: “R. Yochanan dice: non sia cosa da poco ai tuoi occhi la mitzwah dell’omer, perché attraverso la mitzwah dell’omer Avraham nostro padre ha meritato di ereditare la terra di Kena’an, come è detto: “e darò a te e alla tua discendenza la terra delle tue peregrinazioni, la terra di Kena’an, come possesso eterno”… ed è detto: “”e tu rispetterai il mio patto”.
R. Yochanan identifica il patto con la mitzwah dell’omer. L’individuazione è molto strana, perché la Torah nella parashah di Lekh lekhà identifica senza ombra di dubbio il patto fra Avraham e H. con la mitzwah della milah, e siamo abituati a sentir dire che il diritto di Avraham a possedere la terra di Israele discende dall’aver messo in pratica la mitzwah della milah, e non di certo quella dell’omer, che ci appare piuttosto un riferimento anacronistico, parlando di Avraham. L’omer, che proveniva dall’orzo, veniva offerto il primo giorno di chol ha-mo’ed di pesach quando c’era il bet ha-miqdash. Da quel momento in poi era consentito mangiare i prodotti del raccolto del nuovo anno. L’omer veniva agitato nelle varie direzioni dal kohen (omer ha-tenufah). Questo gesto era molto significativo, in quanto rendeva sacra un’entità sino ad allora profana, isolandola dal resto della realtà che la circonda. L’omer nel patto funge da collante fra popolo e terra di Israele.
I concetti richiamati sinora si trovano uniti nel Tanakh all’inizio del libro di Yehoshua, quando il popolo ebraico entrò in Israele. Il passaggio del fiume Giordano avvenne il 10 di Nissan. La prima azione che Yehoshua intraprese fu quella di circoncidere i figli di Israele. Tutti quelli che erano usciti dall’Egitto difatti perirono nel deserto, e i loro figli non furono circoncisi in precedenza per via del pericolo. Come è risaputo, la guarigione in seguito alla milah richiede tre giorni. Terminato questo lasso temporale, il popolo ebraico sacrificò il qorban Pesach. All’indomani del primo giorno di Pesach, offrirono l’omer e poterono quindi mangiare i frutti della terra di Israele. Gradualmente Israele si libera dall’incirconcisione di cuore, dal legame con l’idolatria egiziana e libera la terra di Israele dalla sua dipendenza dei culti idolatri dei cananei.
Alla luce di questo brano la posizione dei chakhamim, in opposizione ai Sadducei, relativamente all’omer, è immediatamente comprensibile. La feroce discussione riguardava l’espressione “mimachorat ha-shabbat – all’indomani dello Shabbat”, che i sadducei intendevano letteralmente. I chakhamim invece sostenevano che l’omer veniva offerto all’indomani del primo giorno di Pesach. La differenza era notevole, perché per i Sadducei l’omer veniva offerto sempre di domenica. Il Talmud nel trattato di Menachot porta numerose prove per dimostrare la correttezza della posizione farisaica, ma l’aspetto che non emerge con chiarezza è il motivo per cui la Torah utilizza il termine Shabbat, quando avrebbe potuto usare il termine Pasach e dire “all’indomani di Pesach”, evitando l’ambiguità. E’ possibile che la Torah abbia usato il termine Shabbat per preannunciare quanto si sarebbe verificato ai tempi di Yehoshua’. Tutto questo, milah, qorban Pesach e offerta dell’omer, avviene in appena una settimana, uno Shabbat, fra il 9 ed il 16 di Nissan. Sette giorni per stringere tre patti, a livello individuale, collettivo, e nazionale, in terra di Israele.
L’aspetto che lega le tre mitzwot in questione, Milah, qorban Pesach e omer, è quello del patto. La milah è un legame individuale di ciascun ebreo con H. Il qorban Pesach è un patto nazionale. Gli stranieri e gli incirconcisi non possono mangiarne. Il terzo passaggio è quello dell’omer, mitzwah legata squisitamente alla terra di Israele. Questi tre elementi si sovrappongono l’uno all’altro; non si può accedere ad un livello senza avere acquisito quello precedente. Yehoshua’ all’ingresso nella terra ricostruisce passo dopo passo questo percorso concettuale, e come nel primo percorso, che al termine delle sette settimane culmina con il dono della Torah sul Sinai, questo si conclude con una nuova accettazione della Torah sui monti Gherizim ed ‘Eval, così come la Torah preannuncerà nel libro di Devarim.