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Cap. 1. Mishnah 1
- Letteralmente “luce”. I chakhamim hanno optato per questa espressione per usare un linguaggio “positivo”, in modo particolare aprendo il trattato, evitando di richiamare il buio, la manchevolezza per eccellenza (Rambam), o perché il momento da cui si può effettuare la ricerca è l’inizio della sera, quando c’è ancora un po’ di luce, o il momento in cui sono visibili le stelle (Tiferet Yisrael). Per la halakhah lo Shulchan ‘Arukh (Orach Chaym 433, 1) stabilisce che la ricerca vada effettuata dall’uscita delle stelle. Altri ritengono che si possa effettuare già da ben ha-shemashot (Perì megadim).
- Il motivo per cui i chakhamim hanno fissato la ricerca del chametz per la sera del 14 è che normalmente di sera le persone si trovano in casa, anche se poi sarà vietato consumare chametz, in base a quanto stabilito dalla Torah, solo dal mezzogiorno del 14 di Nissan (Rambam).
- I chakhamim hanno stabilito di ricercare il chametz al fine di eliminarlo. I commentatori hanno spiegato variamente il motivo per cui è stata stabilita la ricerca: secondo alcuni per non trasgredire al divieto bal yeraè uval immatzè (non si veda e non si trovi); il solo annullamento mentale, che per la Torah sarebbe valido, non è sufficiente, ed è necessario eliminare fisicamente il chametz, poiché l’annullamento mentale presenta degli aspetti soggettivi, e non tutti sono ritenuti capaci di compiere l’annullamento secondo le modalità richieste. Per questo c’è la preoccupazione che l’annullamento effettuato non sia valido, e si trasgredisca al divieto bal yeraè uval immatzè (Rashì e Rabbenu Nissim). Secondo un’altra logica il rischio è che si trovi del chametz durante Pesach e si desideri mangiarne, vanificando l’annullamento (Bertinoro). Il divieto del chametz presenta un rigore maggiore rispetto ad altri divieti, perché è permesso tenere nella propria proprietà altri cibi vietati, cosa che la Torah ha vietato per il chametz, o perché si è abituati a mangiare chametz tutto il resto dell’anno all’infuori di Pesach, e sussiste pertanto la preoccupazione concreta che si possa sbagliare e mangiarne (Tosafot). Secondo altri hanno i chakhamim hanno stabilito di ricercare il chametz poiché l’annullamento è un’operazione mentale, che non richiede nessuna azione, e c’è il rischio concreto che ci si dimentichi (R. Yechiel di Parigi). Secondo altri annullamento e ricerca del chametz sono da considerarsi entrambi metodi validi, ma i chakhamim per via delle preoccupazioni riportate sopra li hanno previsti entrambi (Rabbenu Nissim).
- Per la ricerca viene utilizzato un lume, che, essendo notte, rende la ricerca più efficace. Chi non ha effettuato la ricerca di sera, dovrà comunque ricercare all’indomani mattina, sempre avvalendosi di un lume.
- L’obbligo di ricercare il chametz cade solo su quei luoghi in cui si è soliti introdurre del chametz, anche sporadicamente. Se non si è introdotto in un certo ambiente chametz durante l’anno non è necessario ricercare, né annullare il chametz.
- In generale una cantina è un luogo nel quale durante l’anno non viene introdotto del chametz, e quindi non necessiterebbe di ricerca. La cantina di cui si parla è pertanto un luogo nel quale a volte viene introdotto del chametz, ad esempio una cantina destinata anche all’approvvigionamento per l’uso domestico. La domanda che la Mishnah pone ha portato alcuni commentatori ad affermare che già prima di Yehudah ha-nasì esistevano delle raccolte di Mishnaiot, che sarebbero state ordinate nella Mishnah (Tosafot, R. Akiva Heger).
- Le botti sono disposte in file, che arrivano sino al soffitto, per tutto il locale. Nella ghemarà gli amoraim esprimeranno varie opinioni per spiegare le parole della scuola di Shammay. Secondo un’opinione vengono controllate integralmente le due prime file anteriori più vicine alla porta, secondo altri si controlla integralmente la prima fila anteriore, vicina alla porta, e il primo livello superiore, vicino al soffitto. Anche l’opinione della scuola di Hillel è oggetto di discussione: secondo un’opinione bisogna controllare la fila superiore in corrispondenza dell’uscio e quella immediatamente inferiore, secondo l’altra opinione la fila superiore più vicina all’uscio del locale e la seconda fila superiore, anch’essa adiacente al soffitto. Per spiegare l’opinione delle due scuole il Rambam porta un esempio: in una stanza che può contenere dieci botti per ogni dimensione, mille complessivamente, per la scuola di Shammai bisognerà controllare duecento botti, due strati interi, per la scuola di Hillel venti botti, due file intere.
Cap. 1 Mishanh 2
- Nel linguaggio rabbinico il termine chuldah è femminile, mentre la Torah lo usa al maschile.
- La preoccupazione espressa dalla Mishnah può essere spiegata in due modi differenti, rispetto all’eventualità che una donnola porti del chametz da un angolo ancora non controllato ad un angolo già controllato all’interno dello stesso ambiente (Rashì), o da un ambiente nel quale viene introdotto del chametz durante l’anno ad un ambiente nel quale non viene introdotto (Rambam). In base a questa seconda lettura questa mishnah verrebbe a confermare quanto affermato nella mishnah precedente, che i luoghi in cui non viene introdotto chametz durante l’anno non hanno bisogno di ricerca.
- Quando la Mishnah parla del cortile si riferisce in realtà alle case che si affacciano su di esso, perché il cortile in sé non necessita di ricerca del chametz (Rashì).
- La difficoltà espressa deriva dalla constatazione del fatto che non è possibile che tutto Israele effettui la ricerca del chametz nel medesimo momento (Talmud Yerushalmì).
Cap. 1 Mishnah 3
- Secondo R. Yehudah la ricerca del chametz può essere effettuata solo in questi momenti, e non successivamente, perché secondo R. Yehudah sussiste la preoccupazione che si venga a mangiare del chametz rinvenuto.
- Secondo i chakhamim è necessario ricercare il chametz anche passata la festa di Pesach poiché è vietato godere del “chametz che abbia passato Pesach”, come verrà spiegato nel secondo capitolo del trattato. In tal caso tuttavia non si recita la benedizione per la ricerca (Shulchan ‘Arukh, Orach Chayim 435,1). I chakhamim non manifestano la preoccupazione di R. Yehudah perché scopo della ricerca è trovare il chametz per eliminarlo, e non di certo per mangiarlo. La regola segue l’opinione dei chakhamim (Rambam, Hilkhot chametz umatzah, 3,5).
- La maggior parte dei commentatori (Tosafot, Rif, Rambam) intendono le espressioni “durante il mo’ed” e “dopo il mo’ed” riferendolo alla festa di Pesach; Rashì invece spiega che il mo’ed è il tempo in cui inizia il divieto del chametz. Se sino a quel momento non si è effettuata la ricerca, andrà fatta prima di sera, ma non durante Pesach, perché in quel momento il consumo di chametz è punito con la pena del karet, e anche i chakhamim temono che si possa arrivare a mangiarne (Rabbenu Nissim).
- La ghemarà spiegherà che se manca parte del chametz tenuto da parte, sarà necessario effettuare nuovamente la ricerca del chametz.