Se gli animali della foresta potessero parlare protesterebbero per la versione che ha accompagnato la storia di Bambi, il giovane amabile capriolo che ha commosso tutto il Mondo: la storia, pubblicata in Austria nel 1923, ha infatti aspetti molto più oscuri e nascosti di quanto narrato nel film Bambi. Come annunciato dal The Guardian (25.12.2021, Donna Ferguson), la Princeton Press pubblicherà a metà gennaio il testo integrale del libro scritto da Felix Salten, pseudonimo di Sigmund Salzmann, cosa che servirà a fare chiarezza sulla storia di Bambi, così come era stata concepita dall’autore.
Jack Zipes, professore emerito di letteratura tedesca e comparata presso l’Università del Minnesota, autore tra l’altro di una edizione critica delle favole dei Fratelli Grimm, ha tradotto il testo originale del libro, da cui è stato tratto un testo, che è una riduzione della storia originaria. Secondo Zipes il libro era in realtà rivolto al mondo degli adulti, e riflette l’atmosfera causata dal crescente e aggressivo antisemitismo tedesco.
In sostanza i nazisti bandirono nel 1935 il libro Bambi, una vita nei boschi, scritto da Felix Salten, ebreo di origine ungherese, perché ritenuto propaganda ebraica, cioè un’allegoria politica sul trattamento degli ebrei: i nazisti avevano intuito qual era il significato metaforico della storia.
I sentimenti espressi dagli animali, sono una metafora di quelli umani, che Salten mette quasi sullo stesso piano. Qui Salten è forse memore della norma ebraica “Non cucinare il capretto nel latte della madre” e di affermazioni come quella del profeta Isaia “Il lupo dimorerà con l’agnello”, dove la metafora è evidente: la morte della madre di Bambi è uno dei momenti critici e più commoventi della storia. I cacciatori, che hanno ucciso la madre, uccideranno altri animali e nessun animale si sentirà mai al sicuro. Bambi potrà sopravvivere grazie all’intervento di un maestoso Cervo che rivela essere suo padre.
Un altro momento tragico è l’incendio del bosco, in cui tutti sono in pericolo: è possibile che Salten abbia intuito la direzione che avrebbero preso gli eventi con il diffondersi dell’antisemitismo in Europa. Gli stessi venti che secondo Edgar Morin (Vedi Robinson n. 264) caratterizzano la nascita e lo sviluppo di estremismo e populismo oggi e che non devono essere sottovalutati per le conseguenze tragiche che potrebbero avere.
Il testo usato per la produzione di Bambi è stato profondamente modificato ed edulcorato, rispetto all’originale bandito dai nazisti, per farne una versione adatta agli obiettivi e al pubblico giovanile cui era diretto. Secondo Zipes il senso della storia nella forma originaria avrebbe avuto un impatto negativo sui giovani, perché avrebbe fatto capire che alla fine Bambi e tutti gli altri animali selvatici nella foresta sarebbero stati uccisi dai cacciatori che invadono la foresta.
L’uso di animali che esprimono sentimenti umani è uno strumento facile per creare empatia e per superare i preconcetti e i pregiudizi negativi sugli ebrei e sulle minoranze da parte di molti lettori: così per Salten fu possibile parlare della persecuzione degli ebrei, senza essere didattico, e incoraggiare il lettore a sentire più empatia verso i gruppi oppressi e avere spirito critico verso i loro oppressori. “Anche molti altri scrittori, come George Orwell, hanno scelto gli animali per esprimere determinate idee perché si può affrontare più liberamente problemi che potrebbero irritare i lettori: non si vuole che inorridiscano, ma che alla fine dicano: questa è una tragedia» (Zipes).
Zipes sottolinea che la nuova traduzione tenta di rendere in inglese per la prima volta il modo in cui parlano alcuni personaggi del romanzo di Salten: quando parlano in tedesco, hanno uno stile viennese, ed è quindi facile riconoscere che non stanno parlando come parlano gli animali, ma che sono esseri umani. Al contrario, la traduzione inglese, pubblicata nel 1928, ha un tono e una forma antropomorfica: la versione proposta per il film doveva rispondere agli interessi di Disney che amava le storie di animali da salvare, cosa che avrebbe catturato l’interesse dei bambini e non solo.
Felix Salten come Bambi: quando la Germania annette l’Austria nel 1938, Salten riesce a fuggire in Svizzera. A quel punto, aveva venduto i diritti cinematografici per soli 1.000 $ a un regista americano, che poi li ha venduti a Disney: Salten stesso non ha mai guadagnato un centesimo dall’animazione della storia. Privato dai nazisti della sua cittadinanza austriaca, trascorre i suoi ultimi anni solitario e disperato a Zurigo, dove muore nel 1945. Il film intanto era stato realizzato e presentato nel 1942 e vincerà diversi oscar.
La pubblicazione del testo originale del libro Bambi, una vita nei boschi, ci permetterà di apprezzare meglio i cambiamenti apportati nella storia e il senso che Salten voleva dare alla pubblicazione del libro in quel momento. Comunque, il messaggio del libro può essere importante anche oggi. Raccontare una storia servendosi anche di metafore può aiutare la crescita non solo dei bambini, ma dell’uomo in generale. Nei testi biblici (e non solo) l’uomo viene invitato ad apprendere dal comportamento degli animali, una risorsa di cui ogni persona dovrebbe/potrebbe ispirarsi.
Scialom Bahbout