Ruth Migliara
La prima cucina sociale kosher in Italia. Questa è la nuova sfida del Merkos l’Inyonei Chinuch di Milano, associazione fondata in America nel 1940 dal Rebbe di Lubavitch, Rabbi Yosef Yitzchok Schneerson e presente in Italia dal 1959. Si tratterà di una mensa che distribuirà pasti gratuiti da asporto ai bisognosi e avrà sede nei locali delle scuole del Merkos di Milano, in Via Forze Armate. A sostegno dell’iniziativa si terrà il 17 giugno un evento benefico di grande prestigio al Teatro Vetra di Milano: “Beteavòn! La serata che nutre un progetto”.
La grande differenza, che renderà la cucina sociale del Merkos un unicum rispetto ad altre iniziative simili già presenti sul territorio italiano e milanese, sarà quella di essere Kasher.
I cibi saranno infatti preparati secondo i dettami della Kashrut, ossia quell’insieme di regole enunciate nella Torah, sulla base delle quali un alimento può essere definito “Kasher”, ossia permesso.
Dunque una iniziativa assistenziale per gli ebrei, ma anche per tutti coloro che ne avranno necessità.
Il cui successo è già stato testato su altri progetti analoghi, avviati della medesima associazione del Merkos in Australia e in Brasile.
Il cibo è vita e base di ogni sussistenza e, attraverso la vita e in nome di essa, possiamo e dobbiamo abbattere ogni distinzione culturale, etnica o religiosa che sia.
Intervistiamo perciò Rav Igal Hazan, Direttore delle scuole del Merkos di Milano, nonché promotore dell’ambizioso progetto.
Da dove nasce l’idea di una cucina sociale kasher?
Nasce dalla necessità della scuola di avere una cucina propria, che limiti i costi del catering esterno di fronte all’aumento del numero degli studenti iscritti che è raddoppiato negli ultimi anni.
In un ottica di ottimizzazione delle risorse, abbiamo tuttavia pensato di far fruttare questa mensa a 360 gradi e dargli un significato che vada oltre la sua finalità di mensa scolastica, distribuendo quotidianamente pasti d’asporto ai bisognosi, che saranno doppi nella giornata di venerdì, in previsione dello Shabbat ebraico.
Chi saranno gli utenti della cucina?
Saranno persone in difficili situazioni economiche, che hanno la volontà o la necessità di mangiare kasher, ma più in generale chiunque ne abbia bisogno.
E’ emerso infatti dal confronto con altri enti che operano nel settore sul territorio milanese che l’utente tipo di una iniziativa di questo genere non è di questi tempi soprattutto l’emarginato che ci si immagina.
La congiuntura economica ha messo molte famiglie e individui in difficoltà, appartenenti alla cosidetta “classe media”.
Sono persone con problemi lavorativi, genitori single o famiglie che arrivano con fatica a fine mese.
L’utenza è dunque vasta, ma la novità rispetto ad altre mense è per l’appunto il fatto che sia kasher, valore aggiunto importante per una persona di religione ebraica.
A questo proposito pensiamo di distribuire pasti anche a coloro che pur non essendo in gravi difficoltà economiche, ne abbiano bisogno per esigenze personali, dietro pagamento di una cifra simbolica sociale.
Un prezzo convenzionato per chi vuole mangiare kasher, e non ha tempo per prepararsi un pasto, ma neanche le disponibilità economiche da investire per mangiare sempre fuori casa in un ristorante.
Saranno gli utenti a venire da voi o il contrario?
L’idea è di operare in sinergia con coloro che sono già attivi nel sociale, sia in ambiente ebraico che non, per avere segnalazioni di eventuali casi che possano fruire del servizio.
Sfrutteremo inoltre anche la nostra rete di rabbini e persone che collaborano con noi per la segnalazione di chiunque possa essere nel target della cucina.
Infine sarà possibile l’ accesso diretto, che incentiveremo attraverso una campagna di informazione non appena la mensa avrà iniziato le sue attività a pieno ritmo.
Per quando è prevista l’apertura della cucina sociale kasher?
Abbiamo appena ultimato la fase più impegnativa.
Sotto l’aspetto strutturale, sono terminati i lavori di ristrutturazione e di adeguamento alle rigorose normative sugli otre 100 metri quadrati della cucina.
Ora siamo in fase di acquisto dell’attrezzatura, fase che speriamo sia conclusa in pochi mesi.
L’idea è perciò di essere operativi per l’inizio della feste solenni ebraiche che cadranno quest’anno in settembre.
Quali sono stati gli aiuti economici fino ad ora e come pensate di far fronte alle prossime spese?
Nella prima fase abbiamo avuto aiuti da privati e in piccola parte da enti pubblici.
Attualmente invece stiamo preparando un grande evento benefico per il 17 giugno.
Una serata nel corso della quale speriamo di raccogliere i fondi per ultimare l’opera e avviare il progetto.
Partecipare a questo evento sarà un modo per aderire al progetto e sostenerlo in prima persona.
Si tratterà di una cena di gala con ottimo cibo e un fitto programma di intrattenimento, che avrà luogo in un bellissimo spazio, il Teatro Vetra, nel cuore di Milano.
Raiz degli Almanegretta, protagonista dell’ultimo Festival di San Remo, canterà per gli ospiti, mentre, a curare la riuscita della serata sarà un celebre wedding planner e un catering di prestigio da una stella Michelin.
Perché aderire al progetto?
Dare cibo a chi ne ha bisogno va oltre ogni filosofia, corrente e differenza culturale e religiosa.
E’ un progetto trasversale, per creare unione e solidarietà di tutti verso tutti.
Fino ad ora ho trovato un grande entusiasmo e approvazione da parte di tutti coloro, ebrei e non, a cui è stata illustrata l’idea.
Come insegna la Torah, quando si dà, si aiuta anche se stessi e il cibo è qualcosa di universale alla base della vita, un valore che possono condividere e sostenere tutti.
Noi offriamo una splendida serata di divertimento, cibo di alto livello e condivisione, per dare lo stesso a chi non può avere altrettanto.
Vi invitiamo perciò tutti a partecipare, contattandoci a info@merkos.it.