Quando la sera del seder cantiamo Quattro madri d’Israele Sarà Rivkà Rahel e Leà , mettiamo le matriarche tutte sullo stesso piano. Così come ognuno dei patriarchi ha lasciato un suo segno, lo stesso potremmo dire per le matriarche: tuttavia, se il ruolo di Abramo è stato determinante, ci chiediamo se possiamo dire altrettanto per Sara.
Leggiamo nelle parashoth di Lech Lechà e Vayerà, il ruolo che ha svolto Sara nella storia de popolo d’Israele. L’erede della missione assegnata ad Abramo tardava a venire tanto che a raccogliere l’eredità si alternano successivamente Lot (nipote di Abramo), Eli’ezer (maggiordomo) e Ismaele, la cui nascita sembra porre fine alla lunga attesa di Abramo e Sara. Ismaele è stato fortemente voluto da Sara: questa scelta è stata subita, anche se volentieri, da Abramo. L’inattesa e miracolosa nascita di Isacco (ma quale nascita non lo è?) spariglia le carte e tutto sembra diventare più difficile.
Proviamo a seguire il processo che porta alla scelta di Isacco e alla relazione tra quanto avviene nella casa di Abramo e ciò che accadrà quando gli ebrei usciranno dall’Egitto.
Dopo aver preso l’iniziativa di consegnare Hagar ad Abramo perché la prendesse come moglie (il testo dice Ishà!), Sara ci ripensa. Sara avrà anche cercato di essere gentile all’inizio con Hagar, liberandola dai lavori più pesanti, perché pensava, secondo quello che era l’uso sumerico, che il figlio sarebbe stato considerato suo (lett. “Sarò costruita da lui”); ma probabilmente non era questo il pensiero di Hagar. La giovane schiava, appena rimasta incinta, guarda la “padrona” dall’alto in basso, e Sara non riesce più a sostenere l’atto eroico di avere rinunciato al suo ruolo di moglie. Pressata da Sara, Hagar fugge nel deserto: quando si trova senza acqua le appare un angelo che le dice che il figlio sarà Père Adam, cioè un uomo libero come un animale selvatico, E’ ciò che lei vuole sentirsi dire: lei ha vissuto come schiava, ma vuole che questa promessa si realizzi per dare al figlio un futuro migliore e certamente non vuole rinunciare al figlio per darlo a Sara.
Ramban critica aspramente sia Sara che Abramo per il loro comportamento:
Nostra madre ha peccato nel produrre sofferenza ad Hagar, e anche Abramo che ha consentito che ciò avvenisse: il Signore ascoltò la sua sofferenza e le diede un figlio che sarebbe stato un uomo selvatico che avrebbe fatto soffrire la stirpe di Abramo e Sara con ogni tipo di sofferenza (Ramban Genesi 16, 6).
Altri commentatori sono pronti a perdonare e a giustificare il comportamento di Sara e dobbiamo cercare di capirne il motivo.
Quale era lo scopo di Sara quando decide di mettere Hagar nelle mani di Abramo: intendeva adottare il figlio di Hagar? Lo ha fatto solo per amore di Abramo che desiderava un figlio? Oppure, sperava che la presenza di un bambino avrebbe avuto su stessa un’influenza anche a livello ormonale (Ramban)?
Comunque è paradossale il fatto che l’angelo apparso ad Hagar, che fuggiva per non essere sottoposta alle angherie di Sara, la inviti a tornare e sopportare le angherie di Sara. Hagar, ancora incinta, fugge perché non vuole che il figlio che nascerà sarà schiavo come lei, vuole che sia libero. Pe raggiungere questo obiettivo deve tornare a vivere nella casa di Abramo, dove verrà educato e poi sarà circonciso: poi, come avverrà dopo la cacciata definitiva, vivrà libero nel deserto.
Nasce Isacco: cosa succede a Ismaele?
Proviamo a immaginare la situazione venutasi a creare con la nascita di Isacco: tutte le cure e tuti gli occhi sono puntati verso di lui e Ismaele che ha 14 anni sa che Isacco sarà il vero erede. Il testo dice che Sara vide che Ismaele “derideva” Isacco. Che cosa significa? In fondo, Isacco gli aveva rubato il posto e Ismaele e nel tempo avrebbe potuto nascere un conflitto tra i due e, vista la differenza di età, Ismaele avrebbe potuto avere la meglio. Sara che secondo i Maestri è dotata di capacità profetiche o semplicemnte vede più in là di Abramo, capisce che è meglio intervenire subio e decide di cacciare la schiava e suo figlio (che lei non vuole considerare più come figlio di Abramo): Abramo la manda via e, a differenza della volta precedente, quando la cosa gli dispiacque, questa volta è tranquillo perché sa che Hagar è in grado di arrangiarsi e saprà trovare l’acqua, quando la borraccia sarà vuota.
Hagar va nel deserto e in fondo è proprio ciò che vuole: anche gli ebrei usciti dall’Egitto si sono lamentati per la mancanza di acqua: la scelta era però tra la libertà e la schiavitù senza problemi per l’acqua. Ismaele troverà la sua libertà nel deserto di Paran, dove rimedierà anche quanto gli serve per vivere; così pure Israele troverà la libertà e anche gli alimenti necessari nel deserto, la manna e, seppure con difficoltà, anche l’acqua.
Yakob Medan * rileva un forte parallelismo, anche a livello linguistico, tra la storia di Ismaele e quella di Isacco: entrambi sono stati sottoposti a un sacrificio che poi non è stato consumato.
Vediamo i punti di contatto tra cacciata di Ismaele e la ‘Akedà (“sacrificio – legatura”) di Isacco:
Ismaele (Genesi 21)
14Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre d’acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; ….. 17Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. 18Àlzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». 19Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d’acqua. Allora andò a riempire l’otre e diede da bere al fanciullo. 20E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d’arco.
21Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie della terra d’Egitto.
Isacco (Genesi 22)
3Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato 12L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio …..
17io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, …..
20Dopo queste cose, fu annunciato ad Abramo che anche Milca aveva partorito figli a Nachor, suo fratello: 21Us, il primogenito, e suo fratello Buz e Kemuèl, il padre di Aram, 22e Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuèl. 23Betuèl generò Rebecca.
Ismaele, Isacco e i capri di Yom Kippur
Isacco è un agricoltore e produce dei beni di consumo, mentre Ismaele assolve alla funzione di vettore delle mercanzie (ricordiamo gli Ismaeliti che trasportano odori e balsamo nel racconto di Giuseppe). Isacco decise di andare ad abitare vicino a Ismaele a Beèr Lachài Roì, dove abitava anche Hagar e la porta al padre Abramo (Genesi 24: 62), riconoscendo implicitamente che Abramo non si era comportato bene.
Isacco e Ismaele si incontreranno per seppellire Abramo, e Ismaele non mette in discussione la decisione di Isacco di seppellire Abramo vicino a Sara, cosa che implica il riconoscimento che Sara era la vera moglie; tutto ciò era stato possibile solo dopo che Abramo aveva di fatto riconosciuto che non si era comportato bene nei confronti di Hagar e l’aveva reintegrata nei suoi diritti.
In questa vicenda, la Torà allude a una sorta di parallelismo delle storie di Isacco e Ismaele e i due capri di Yom Kippur che servono per espiare le colpe di Israele.
Mentre i figli di Isacco (Giacobbe ed Esaù) si separeranno – uno rimarrà legato all’insegnamento di Abramo e l’altro se ne allontanerà – non è così per Isacco e Ismaele: un figlio, Ismaele, viene inviato nel deserto (come il capro che veniva portato nel deserto), il secondo figlio viene destinato a uno scopo sacro, perché il suo sacrificio avrebbe dovuto essere consumato sul Monte di Morià, la sede del Santuario. Entrambi svolgono una missione voluta dal Signore: si incontreranno e vivranno uno vicino all’altro a Beer Lachai Roì.
Comunque tutto ciò è accaduto perché Sara ha saputo correre ai ripari prima che fosse troppo tardi. Il ruolo di Sara fu determinante perché fu grazie alle sue scelte che Isacco divenne l’erede di Abramo sia per quanto riguarda i suoi diritti sulla terra di Israele sia perché la Torà passerà attraverso di lui. Sara passò da una decisione coraggiosa – quella di dara Hagar come moglie ad Abramo – a una scelta difficile che la mise in contrasto con Abramo stesso – la cacciata di Hagar e del figlio Ismaele. Ma il suo intuito le suggerisce che non ci poteva essere una poltrona per due. Ma Isacco e Ismaele, proprio perché allontanati nel momento giusto, hanno potuto incontrarsi a tempo debito: furono entrambi miracolosamente salvati per dimostrare che la storia ha bisogno dei suoi tempi, affinché i rapporti, pur tra alti e bassi, possano ricomporsi: Sara, con il suo spirito profetico, o come dicono i Maestri, perché le donne sono dotate di maggiore intelligenza rispetto agli uomini, aveva visto tutto questo e Abramo no.
Quale miglior messaggio per la nostra generazione che ha visto il riconoscimento da parte di coloro che si riconoscono come discendenti di Ismaele a vivere in pace nella terra che era stata destinata dal Signore ad Isacco?
Yakov Medan, è Rosh Yeshivà della Yeshivath Hesder Har Ezion di Alon Shevut, successore di rav Aharon Lichtenstein e di rav Yehuda Amital. E’ tra i fautori dello studio della Bibbia anche nel mondo delle Yeshivot. Ha sviluppato assieme alla prof. Ruth Gabizon la Amaàt Gabizon – Medan, accordo – patto, che la scopo di creare una comprensione ampia tra religiosi e laici per quanto riguarda il rapporto tra religione e stato. Ha pubblicato vari libri sulla Bibbia e tra questi Ki karov Elécha (poiché (la parola) è vicina a te). Nei suoi commenti YM cerca di interrogarsi su come ci saremmo comportati nelle situazioni raccontate dai testi biblici, rivelandoci talvolta ciò che accade dietro le quinte.