Victor Magiar, consigliere comunitario, ci spiega che Per Israele ha vinto a Roma perché il sistema è “sbagliato”. Benvenuti, anche noi ebrei, nell’appassionante confronto tra l’uninominale svizzero e il proporzionale spagnolo corretto alla tedesca (ma senza premio di maggioranza).
Caro David Piazza, ti ringrazio per voler ospitare (come sempre) questo mio intervento e anche per aver dato vita ad un dibattito utile a tutti noi per meglio comprendere cosa succede nella nostra comunità romana.
Personalmente non sono d’accordo con la tua analisi “sociologica” della nostra comunità: credo che tu abbia considerato categorie ormai superate e, di conseguenza, anche male interpretato il legame fra il voto e la composizione sociale e culturale dei nostri iscritti.
Ma non mi interessa confutare la tua tesi, quanto piuttosto analizzare fatti e numeri.
Queste nostre elezioni sono state segante da alcuni fatti salienti:
1. si è formato una nuova aggregazione politico-culturale, Yachad, sia per rappresentare nuove istanze che per contestare la leadership uscente (Pacifici-Paserman);
2. la lista “Per Israele” si è presentata chiedendo di confermare il proprio operato e la propria leadership con la conseguente esplicita candidatura alla presidenza di Pacifici che, peraltro, ha riproposto solo altri 5 consiglieri della precedente esperienza;
3. un incremento della partecipazione molto forte, quasi 900 votanti in più, cioè ben 3.760 votanti equivalenti al 34% dei 10.921 aventi diritto (nel 2004 votarono 2.862 su 10.871, pari al 26%).
Questi tre fatti sono fra loro fortemente connessi e molte più persone sono venute a votare, “portate” dalle liste e dalla consapevolezza del momento: il risultato è noto
a) Pacifici ha raccolto ben 1.803 preferenze personali, cioè il 48% dei votanti,
b) la lista “Per Israele” ha raggiunto il 44% dei consensi;
c) la lista “Per i Giovani, Insieme” ha raggiunto il 35% dei consensi
d) la lista “Yachad” ha raggiunto il 21% dei consensi.
Per la “stravaganza” del sistema elettorale adoperato
· la lista “Per Israele” avrà 16 consiglieri;
· la lista “Per i Giovani, Insieme” avrà 12 consiglieri;
· la lista “Yachad” non avrà alcun consigliere;
A mio avviso risultano evidenti alcune considerazioni:
· è inaccettabile che Yachad, una nuova aggregazione che ha raggiunto al suo debutto il significativo successo del 21%, non avrà alcuna rappresentanza in consiglio;
· è per lo meno singolare che la lista “Per i Giovani, Insieme” (cioè la mia), con il suo 35% dei consensi, abbia il 43% dei consiglieri;
· è per lo meno anomalo infine che, la lista “Per Israele”, pur avendo raggiunto “solo” il 44% dei consensi, avrà la maggioranza assoluta, cioè il 57% dei consiglieri.
Lo Statuto dell’ebraismo italiano prevede, per le due maggiori comunità, 2 sistemi di voto: questo ora adoperato (Panachage) o quello proporzionale (usato per la Consulta) che segue la regola base della democrazia “una tasta un voto”.
Se avessimo usato il sistema proporzionale oggi il nostro consiglio avrebbe 6 consiglieri di Yachad, 10 di “per i Giovani, Insieme”, 12 di “Per Israele”.
Immagino qualcuno obietterebbe che alla Consulta, dove si vota con il proporzionale, abbiamo avuto dei risultati leggermente diversi (47% per Israele, 33% per i Giovani, 20% Yachad), ed io mi permetto di segnalare che la cosa è normale: nel 2004 la mia lista prese oltre il 50% dei voti in consulta, ma non in consiglio, proprio in virtù di questo stravagante sistema.
Insomma caro David (e non per il gusto di polemizzare) io non vedo nessun trionfo e tanto meno nessun doppio trionfo. Vedo solo che la nostra modernissima comunità continua ad adoperare un sistema di voto di altri tempi: questo sì un sistema da notabili!
La stessa netta affermazione personale di Riccardo, assai significativa e trainante per la sua lista, va certamente riconosciuta, ma “ponderata” alla luce dei numeri reali e va considerata nel contesto di un sistema elettorale bizantino.
Credo che oggi siamo di fronte ad un doppio scandalo:
1. una componente “assai” consistente della nostra comunità è esclusa dalla rappresentanza (parliamo di persone che hanno ricevuto 600-500 preferenze!)
2. una consistente minoranza esprime una leadership incontrastata (e personalistica).
Siccome le regole esistono e vanno rispettate, noi dovremmo accettare questo risultato;
ma siccome le regole sbagliate vanno cambiate, noi dovremmo cambiarle.
In realtà non c’è niente da inventare, si tratta di usare un’altra regola già prevista; una regola più adatta ai nostri tempi e ai numeri di partecipazione di una grande comunità.
Infine, per tornare alle tue categorie “notabili e base”, permettimi due osservazioni: già da qualche anno esiste un nuovo notabilato; non mi pare che quest’anno la “base”, o la “piazza”, abbia votato per Pacifici… anzi!
Questo risultato speciale è il frutto anche dell’aggiunta di nuovi voti, arrivati anche grazie ad un efficiente sistema di trasporto di pulmini, organizzato e pagato da qualche lista.
Mi pare che dalla società che ci sta intorno riusciamo ad assimilare solo le cose peggiori.
Grazie per l’ospitalità.
Victor Magiar