“Se seguirete i Miei statuti e osserverete i Miei comandamenti e li metterete in pratica...” Questa settimana leggiamo gli ultimi due brani del libro del Levitico, Behar Sinay e Bechuqotay. Il primo si occupa delle norme dell’anno Sabbatico (Shemità, ogni sette anni) e del Giubileo (Yovel, ogni sette settimane di anni). Il secondo descrive le benedizioni che Dio promette di elargire ai figli d’Israele in ricompensa per la loro osservanza della Torah. Sul versetto iniziale “Se seguirete i Miei statuti e osserverete i Miei comandamenti e li metterete in pratica…”, molto è stato scritto e tra i commentari più famosi c’è quello di Rashy (Rabbì Shelomò Ytzchaqy, 1040-1105): “Se vi affaticherete nella Torah/Shetihyu amelim BaTorah”. Secondo Rashy, il versetto non si riferisce solo all’osservanza delle mitzwoth, ma anche all’apprendimento della Torah.
I commenti di Rashy sono citati molto spesso nelle Yeshivot quando gli insegnanti desiderano inculcare nei loro studenti l’importanza del duro lavoro e della diligenza nell’apprendimento. È significativo il fatto che Rashy non parli semplicemente di “lilmod/imparare” la Torah, ma piuttosto di “affaticarsi/amelim” nella Torah. Forse perché il commentatore di Troyes, vuole esprimere pienamente cosa significhi studiare seriamente. Per tramettere il concetto del dovere di applicarsi, perfino scervellarsi, per comprendere al meglio le parole della Torah. Per questo il commento di Rashy a questo versetto, è spesso citato nel contesto dell’importanza fondamentale dell’impegno che ci deve essere nello studio.
Secondo il Chafetz Chayym (Rabbì Yisrael Meir Kagan, 1839-1933), il valore dell’Amelut, dell’impegno costante che si deve mettere nello studio della Torah, risiede in una differenza fondamentale tra la Torah e tutte le altre attività.
Al di fuori dell’ambito dello studio della Torah, ciò che conta è il prodotto finale. Se un venditore viaggia per il mondo ma non riesce a vendere nemmeno un pezzo della sua merce, non gli verrà pagato un centesimo. Anche se avesse investito grandi sforzi e avesse commercializzato l’articolo con la massima competenza professionale, il risultato finale è che non è riuscito a produrre i risultati desiderati, il profitto.
Non è così riguardo la Torah.
Ciò che conta di più nell’ambito dello studio della Torah è lo studio stesso, insieme alla fatica che si deve investire in esso. Chi studia, può passare diversi giorni a sbattere la testa contro un singolo brano del Talmud e finire il suo studio più confuso di quando ha iniziato. Tuttavia, supponendo che abbia davvero provato e fatto sforzi sinceri, sarà ricompensato non meno dello studioso più dotato che riesce nello studio immediatamente. Essere “amelim baTorah”, l’essere impegnati veramente nello studio della Torah, significa adempiere al mandato della fatica per acquisire la Torah. Perché ciò per il quale non abbiamo lavorato e faticato, non si mantiene nella nostra mano.
Come insegna il commento di Rashy, le ricompense promesse dal Signore elencate della Parasha Bechuqotay, si otterranno principalmente per il duro lavoro che abbiamo investito, a prescindere dai risultati finali che saranno raggiunti, Shabbat Shalom!