Akiva Weiss - Makor Rishon - 7 Novembre 2025
Il redattore di Yated Neeman (il settimanale ultra-ortodosso più autorevole), Israel Friedman presenta "la visione" senza nascondere nulla. Sulla carenza di soldati: "Se intensificheremo lo studio nelle yeshivot, 15 combattenti anziani vinceranno tutte le guerre". Sul sionismo religioso: "Alcuni di loro sono ignoranti, gente del tipo 'datemi uno studioso di Torà e lo morderò come morde un asino'". Sulla difesa del popolo e della terra: "Se non studieranno nelle yeshivot, i carri armati non si avvieranno, gli aerei non decolleranno". E sull'abbassare la testa davanti ai gentili: "Sono un diasporico orgoglioso".
Il redattore capo di Yated Neeman, Israel Friedman, è stato convocato il 1° luglio 2024 a casa del leader della comunità charedi lituana, il Rav Dov Lando. Il Rav voleva pubblicare una dichiarazione sul cambiamento delle relazioni dell'IDF con il settore charedi, e ha chiesto di rivedere con il redattore ogni singola parola del testo prima di pubblicarlo in prima pagina. "Era importante per lui precisare il messaggio, questa era una dichiarazione di guerra", ci racconta Friedman nell'intervista che si svolge nella redazione del giornale a Bnei Brak. Il mattino seguente il messaggio del Rav Lando è apparso nel titolo principale del giornale: "L'ordine ai ragazzi delle yeshivot è di non presentarsi affatto agli uffici di arruolamento, e di non rispondere a nessuna convocazione, nemmeno alla prima".
Quando Friedman dice "dichiarazione di guerra", intende che è lo Stato ad aver dichiarato guerra ai charedim. E come ha scritto il Rav Lando: "I tribunali hanno dichiarato guerra al mondo della Torà, e sono loro che hanno aperto un fronte e sono venuti a cambiare l'accordo che c'era da tutti questi anni... Non possiamo fare affidamento su accordi e intese con i capi dell'esercito poiché le loro mani sono incatenate dai giudici, e ogni risposta ai decreti dei tribunali costituisce una resa alla loro guerra contro Hashem e la Sua Torà... e l'Onnipotente ci salverà dalle loro mani".
Il titolo "guerra" è apparso anche in prima pagina circa un anno dopo, il 7 agosto '25, a seguito dell'arresto di alcuni disertori tra i ragazzi delle yeshivot. "La società israeliana l'ha interpretato come se stessimo dichiarando guerra allo Stato", dice Friedman. "Il titolo è stato scritto dal fatto che hanno dichiarato guerra a noi. Guerra contro di noi, contro Hashem e il Suo mashìach".
La gente combatte a Gaza, e tu scrivi che hanno dichiarato guerra a te?
"Sì, hanno dichiarato guerra a noi - guerra contro i custodi del popolo d'Israele, contro lo spirito del popolo".
Il titolo ha ricevuto l'approvazione dei rabbini?
"Non abbiamo titoli che non siano stati prima approvati". Giovedì scorso, il giorno della manifestazione charedi a Gerusalemme, il titolo approvato di Yated Neeman dichiarava: "Il grido della Torà. Oggi si sentirà il nostro urlo". Accanto è stato stampato un riassunto di un articolo emotivo di Friedman, con frasi come "Ecco che gli angeli si affretteranno, se miriadi di figli si uniranno come un solo uomo con un solo cuore in un grido straziante: 'Padre, abbi pietà di noi, annulla il piano dei nostri nemici spirituali'... Gli occhi si inumidiscono e versano lacrime, e i cuori si spezzano. Oggi, nessuno sarà assente". L'articolo lacrimoso è stato coronato da un titolo volutamente ambiguo che usa una retorica militare: "Ordine di mobilitazione. Nessun disertore, nessun renitente".
Friedman ha iniziato la sua carriera giornalistica come editorialista nel giornale chassidico "HaModia". Nel 1985, quando rav Elazar Menachem Man Shach e rav Yaakov Yisrael Kanievsky decisero di fondare un giornale charedi lituano, Friedman fu reclutato nel team di fondazione di "Yated Neeman". Nel corso degli anni ha ricoperto vari ruoli nel giornale, fino alla nomina a redattore capo nel 2012. "Accompagno questo grande shofar chiamato Yated Neeman, e cerco di soffiare in esso il respiro giusto che ricevo dai grandi d'Israele", dice. "È importante che io dica: io sono lo shofar, non chi suona. Chi suona lo shofar sono i grandi d'Israele. Io devo solo preparare uno shofar buono, interessante, kasher e bello, che la sua voce risuoni".
