Elezioni comunitarie Milano. Il commento di Giuseppe Chalom
Sono arrivato buon ultimo, largamente staccato dal penultimo candidato in lizza. In ossequio al motto olimpico di De Coubertin , in base al quale l’ importante è partecipare, sono contento di aver potuto dire la mia e mi permetto di esprimere il mio commento post elettorale. Intanto ringrazio calorosamente le 86 persone che mi hanno votato , un 5 per cento che rispecchia i miei pronostici , che nel quadro un tantino circoscritto dalla ristretta partecipazione in cui si è svolto il tutto non mi parevano difficili.
Il rodato nucleo storico che opera da anni in consiglio ed a margine di questo, è riuscito a rinnovarsi senza particolari traumi, rimanendo in qualche modo in campo e riuscendo a farsi apprezzare dai presenti per aver così brillantemente smascherato il ladro, dopo soli 25 anni di clamorosi ammanchi…
I suoi rappresentanti si sono moltiplicati dividendosi , ed il fatto nuovo è stato l ‘ ingresso sulla scena di Antonella Musatti , unica vera buona notizia di questa tornata elettorale, ignorata , e questa è la brutta notizia, dalla stragrande maggioranza .
Di fatto queste elezioni sono sfociate più in un rimpasto che in una nuova legislatura, se posso azzardare il paragone.
Questo lungo e misterioso salasso da noi subito non ha invogliato i cosiddetti “lontani ” a dire la loro su un tema che poteva essere insidioso, per usare un eufemismo.
Così abbiamo potuto assistere, durante la campagna elettorale, ad un successo di coesione, raro di questi tempi.
Infatti, nei 3 incontri elettorali programmati, il raggiro ai nostri danni si è miracolosamente smaterializzato lasciando giustamente agli organi giudiziari il compito di ricostruire la vicenda.
D’ altronde in questi incontri i partecipanti eravamo noi candidati con i nostri amici, parenti ed i notabili storici della nostra comunità, tutti quindi consapevoli della opportunità di stendere un pietoso velo sul passato.
L’acredine su questo tema , in quel contesto, avrebbe isolato qualsiasi candidato e non avrebbe aiutato comunque a superare il momento.
Così abbiamo vissuto una paradossale situazione in cui i derubati sono sembrati rallegrarsi, per avere si subito il furto, ma dimostrando grande intelligenza nello scoprirlo …
Potrei sbagliare ma sono convinto del fatto che sarebbe stato più difficile confermare questa tendenza all’ inazione se in sala ci fossero stati più iscritti e se avessero votato tutti.
Questo non è successo, il chè ha garantito se non altro al dibattito una certa serenità ed unanimità di vedute, che però ha lasciato qualcosina a desiderare , se è vero che non si risolvono i problemi nascondendo la testa sotto la sabbia.
Non vedo e nemmeno intravedo colpevoli , almeno in questa storia.
Solo molti incauti, i quali peraltro non sono stati inquadrati e nessuno si è ingegnato a farlo visto che appunto tutto è rimasto nell’ ambito degli addetti ai lavori.
Aldilà di tutto, resta il fatto importante che il bubbone è scoppiato ed ora almeno la stalla è chiusa , anche se sono fuggiti i buoi.
Adesso il consiglio entrante avrà il compito di far ripartire con nuovo slancio la vita ebraica milanese , facendo sempre fare bella figura a noi ebrei italiani , la più antica comunità del mondo.
Non sempre però in passato questo della nostra immagine è stato percepito come compito fondamentale .
Lo sa bene uno dei nostri iscritti più noti al grande pubblico, Moni Ovadia, al quale non è bastato il grande successo artistico ottenuto ridando nuova linfa al teatro yiddish in Italia, per non ritrovarsi quasi fuori dalla comunità, spinto fuori da atteggiamenti un tantino gretti di persone che non si rendono conto , questo è solo l ‘ ultimo esempio, che un certo tipo di polemica rischia solo di veicolare antipatìe verso di noi, ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
Non si può essere sempre e comunque a fianco di Israele, come negli slogan di quasi tutti i candidati, dimenticando di essere sempre e comunque a fianco degli ebrei italiani.
Essere sempre e comunque a fianco di qualcuno non vuol dire dargli ragione anche quando si pensa che stia commettendo un errore.
Piuttosto si tratta di escludere la possibilità di abbandonarlo…
Fortunatamente il past president Meghnagi ha poi ricomposto la vicenda.
Nella mia qualità di ultimo, saluto e ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui.
Vostro Giuseppe Chalom