Ho letto sul sito Morasha due articoli pubblicati su newsletter Kolot e Shalom, redatti rispettivamente a Settembre 2002 e Febbraio 2001 da Rav. Riccardo Di Segni, riguardanti l’ebraismo e la cristianità. Spero di riuscire ad esprimere i miei sentimenti e i miei pensieri senza fare polemiche o mancare di rispetto a Voi ebrei o alla Vostra religione, volendo fare alcuni appunti su ciò che è stato pubblicato sul suddetto sito. Mi scuso anticipatamente se nonostante tutti i miei sforzi dovessi dire qualcosa di sbagliato.
1) Gli ebrei non sono gli unici credenti in D-o ad essere stati perseguitati per secoli e secoli. I cristiani stessi sono stati torturati, perseguitati, sterminati, trucidati e dati in pasto ai leoni dai Romani, dai Turchi e poi (che scandalo.. e che vergogna) dalla Chiesa Cattolica. Nel Medioevo, quando era di moda l’Inquisizione e la Chiesa Cattolica, a mio avviso, ha subito la sua più controversa e perversa epoca della sua storia millenaria, il Papa ha perseguitato per centinaia di anni i suoi stessi figli e seguaci solo perchè possedevano gatti neri o avevano i capelli rossi, se non venivano incolpati di cose ancora più assurde. Ugonotti, Protestanti, Anglicani finiti sul rogo, impiccati, spellati vivi e appesi alle porte della città, mutilati, ammazzati… Non c’è parola per descrivere queste atrocità. Anche questi cristiani -anglicani, luterani o quel che siano- non possono “dimenticare” le sofferenze che la Chiesa di Roma in nome di D-o gli ha procurato. Questi hanno cercato l’esiliazione in America per la loro libertà di culto. Perchè quindi, gli ebrei parlano della loro Shoà come se queste crudeltà non fossero mai esistite prima dell’antisemitismo della seconda guerra mondiale? Siete tanto arrabbiati con i cristiani quanto con gli egizi? Dove finisce l’odio verso un popolo e dove inizia la riappacificazione?
2) Cito: “Il cristianesimo ha riempito gli spazi pubblici dei segni della sua fede”. Mi chiedo: l’ebraismo non ha riempito in Palestina o in Israele o in America dove ci sono quasi città ebree nelle città Americane (come ci sono quelli italiane e cinesi), gli spazi a loro pubblici con i segni della loro fede? Non portano cappelli neri e lunghi riccioli visibili agli occhi di tutti? Non pregano in pubblico al Muro del Pianto? Nn pretendono le loro Sinagoghe e i loro negozi kosher? Perchè allora dobbiamo giustificare i segni della nostra fede visibili nelle scuole o in luoghi di culto?
3) Il crocifisso ed il pesce sono per noi cristiani “il” simbolo in assoluto di colui che è morto per salvare l’umanità (di chi è credente in D-o) dai suoi peccati. Questo è un grandissimo segno di amore, di coraggio e di fede. È “il” simbolo della nostra cultura e della nostra storia, certo non sempre esemplare, ma non siamo tutti “solo” imperfetti esseri umani ergo peccatori? Gli ebrei hanno la loro identità. Si riconocono dai loro abiti, dalle loro abitudini, dalle loro dottrine e leggi e dalla loro saggezza. Pretendere che questi non mostrino la loro identità in pubblico, sarebbe come mutilarli di questa. Non sarebbe questa pretesa, un affronto alle Vostre credenze e usanze e soprattutto una discriminazione nei confronti della Vostra religione? Perchè quindi, dovrebbero sparire i crocifissi dalle scuole?
Quando la scuola aveva ancora la libertà di educare e formare spiritualmente i suoi alunni, quando ancora a nessuno era scomodo recitare le preghiere a scuola e i genitori erano convinti che l’educazione scolastica dovesse comprendere anche l’educazione morale e spirituale dei suoi allievi (quindi fino al 1982 perchè posso testimoniare di aver pregato a scuola tutti i giorni), la maestra non ci lasciava andare a casa prima di aver recitato il Padre Nostro, l’Ave Maria e l’Eterno Riposo. Ecco perchè nelle scuole ci sono i crocifissi. Perchè anche a scuola si prega(va).
4) Posso capire che per Voi il crocifisso sia una spina nell’occhio e nel cuore, ed avete ragione di essere feriti, ma per i cristiani gli ebrei non sono coloro che non hanno riconosciuto il loro Rabbi Jeshua a Nazri come il Messia e scaricato il “problema” politico e d’ordine nell’ allora comunità ebraica nelle mani cruenti dei Romani che lo hanno assassinato come un comune criminale? Dovremmo allora noi cristiani essere offesi e sentire una spina nel cuore tutte le volte che vediamo un ebreo, una sinagoga o una stella di Betlemme? Questa è una polemica e una discussione che non avrà mai fine. Siamo tutti troppo ciechi e stolti per capire quale piano D-o abbia voluto propinarci. Ho voleva mettere alla prova Voi, o noi cristiani. Forse siamo veramente noi i blasfemi, ironicamente parlando, perchè crediamo in un minorato mentale che pretendeva di essere figlio di D-o e che ci ha raccontato la favola della Salvezza Eterna? Ma chi può darci questa risposta? Solo Lui sa. Solo Lui. Si è mai chiesto un ebreo, se Gesù fosse stato veramente il Messia? (è una domanda che mi pongo molto spesso). Per questo è importante il dialogo. Dialogare per scoprire le nostre radici e la nostra cristianità come figlia dell’ebraismo e non come sua figliastra. Gesù era ebreo. Senza conoscere profondamente l’ebraismo e come rinnegare la sua identità, quindi anche la nostra identità. Per quanti secoli ci è stato negata questa identità, per quanti secoli ci è stato negato dalla Chiesa il diritto di conoscenza dell’ebraismo? Per secoli ci è stato inculcato che gli ebrei sono cattivi, malvagi, peccatori perchè hanno ammazzato Gesù (non è vero, ma pochi cristiani lo sanno). Per secoli ci hanno mentito. Ci hanno fatto credere che di fianco al cristianesimo non ci sono religioni giuste, e questo solo a scopo di lucro e di potere. Noi cristiani di oggi, indipendentemente da chi è ancora all’antica, abbiamo sete di conoscenza e grazie a D-o questo dialogo di riappacificazione e di identità reciproca è stato aperto.
Per i cristiani di oggi l’ebraismo non è più un tabù, è un’identità. E sono fiera di questa vittoria contro l’ignoranza. Quale colpa porto quindi, per la Vostra ironia e disprezzo? Se non sono nata ebrea, non è colpa mia. Se D-o ha voluto così, beh, credo che abbia saputo ciò che faceva. Sono cattolica. Non vado spesso in chiesa. Però prego. Prego che i miei figli Sara Marie e Daniel Tobia (non è un caso che abbiano nomi ebrei) siano sempre protetti dai loro angeli custodi, che non gli accada mai nulla di male. Prego per chi ha subito violenze, per chi ha subito un’inguistizia, per chi è morto in una catastrofe ed ho pregato a Bergen Belsen, quando ho fatto visita al Lager. Ho pianto. Credo in D-o. Amo il prossimo anche se non lo faccio sempre come dovrei. Sprezzo chi mi disprezza e chi mi vuole del male ( non riesco sempre a perdonare). Questi sono i miei peccati (si, non tutti…), ma non porto la colpa di quegli scervellati fuori di senno amanti del potere politico e dei soldi, che nella lunga storia della cristianità cattolica, abusando del nome di D-o, hanno preso decisioni sbagliate. Questo è abuso di potere, non amore di D-o e delle sue leggi. Quando leggo i vostri articoli sui peccati storici dei cattolici, e sui tentativi di riappacificazione con gli ebrei (soprattutto di quelli di Papa Giovanni Paolo II), mi sento discriminata e ferita. Parlate con ironia di questi sforzi e di chi tenta di avvicinarVi. Mettete tutti i cristiani e i colpevoli delle Vostre persecuzioni in un sacco pieno di vipere, senza fare distinzioni, noi siamo solo quegli stupidi “gentili” che non vogliono capire che i crocifissi sono un’offesa e che siamo tutti colpevoli della Shoà. Amo e stimo il popolo ebreo. Apprezzo la loro cultura, le loro tradizioni, mi affascina la loro storia (e quindi anche la mia), la loro fedeltà alle leggi ebraiche, la loro forza spirituale.
Mio padre aggiustava le macchine per scrivere (quando ancora esistevano) della Comunità Ebraica di Torino. Ho un bellissimo ricordo del Signor Lusena, ebreo, che veniva a trovarci spesso e faceva lunghissime chiacchierate con mio padre. Cerco il dialogo con gli ebrei per scoprire chi sono e per capire la vita con la loro saggezza. Cerco il dialogo perchè non voglio la discriminazione reciproca; ne’ la mia ne’ la loro. Cerco il dialogo per rinforzare il rispetto reciproco. Siamo uguali. Siamo uguali? Quale dialogo cerca l’ebreo col cristiano? Lo cerca? Qui non si tratta di dialogare per convertire gli ebrei al cristianesimo. Ma mi sento messa in quel sacco di vipere. Noi cristiani non rinnegheremo l’esistenza di chi è morto sulla croce per salvarci e Voi non dimenticherete lo sterminio nazista. Abbiamo tutti le nostre colpe. Abbiamo tutti qualcosa che non vogliamo e non possiamo dimenticare. Ma c’è un lungo cammino da percorrere insieme ed è bella l’idea di tenersi per mano. Come due binari che non si incrociano, ma che raggiungono la stessa meta.
Lettera firmata