Chi sono i veri timorati di Dio? Come dice il profeta Isaia chi cerca la giustizia, aiuta gli oppressi, sostiene l’orfano e difende la vedova
Rav Shlomo Riskin
Nelle ultime settimane i media – in particolar modo in Israele, ma purtroppo anche nel resto del mondo – sono stati riempiti con l’insistenza haredi che le donne siano separate dagli uomini e siano relegate nella parte posteriore degli autobus che si trovano nei quartieri haredim e che le donne (persino le giovani bambine) che si mostrano non vestite secondo le norme haredi, nelle strade dei haredim – o nelle loro vicinanze che agli occhi dei haredim sono considerate come fossero quartieri haredim – possono essere insultate e si può persino sputare loro addosso per costringerle a cambiare strada.
Il risultato di tutto questo è stata una battaglia intestina di parole, con i residenti datim leumim (religiosi nazionali), tradizionalisti e laici di Bet Shemesh che hanno inscenato una manifestazione contro i haredim ed i haredim che hanno urlato sui loro giornali che essi sono “attaccati” (il titolo di apertura nel giornale haredim di Bet Shemesh era “ Il Blitz”) e Yossi Sarid che ha scritto un articolo oscenamente ingiusto su “Haaretz” nel quale egli attribuisce al Talmud ed alla Halachà l’attitudine di considerare le “donne come piccole cose sporche al pari dei cani e dei maiali”- un flagello buttato addosso ad una Ebraismo osservante ed i suoi testi sacri.
In primo luogo vorrei sottolineare il fatto che il problema è di competenza della polizia, piuttosto che dei teologi: un qualsiasi gruppo estremista che vuole insistere su specifiche norme comportamentali che riguardano le relazioni tra i sessi può certamente farlo fino a quando uno dei generi non diventa una vittima legale – ma solo nel privato della propria casa o nelle proprie linee di autobus pagate per questo scopo. Nessun gruppo ha in proprio potere gli autobus pubblici o i pubblici spazi – persino se la maggior parte o la totale popolazione della strada è haredim. Le strade pubbliche e gli autobus connessi alle altre strade e tutti gli altri autobus oltre i loro quartieri di origine, devono essere disponibili per tutti i segmenti della popolazione israeliana.
Inoltre, la maggior parte dei fondi per l’istruzione proviene dal cittadino israeliano contribuente. Se un settore particolare in Israele vuole creare un sistema di istruzione che non insegna materie secolari e rende per i propri studenti molto più difficile diventare cittadini produttivi che in futuro potrebbero essere parte della forza lavoro dello Stato, è su questo settore che dovrà cadere l’obbligo di fornire i fondi per questo tipo di scuole (cosa che nella Diaspora accade per le scuole ebraiche.) Dovrebbe esistere un curriculum minimo di studi secolari e Sionisti come prerequisito necessario per ottenere il finanziamento dello Stato. Questo è particolarmente importante in quanto uno studente che non è mai venuto in contatto con una idea sostenuta da un ebreo non ortodosso non potrà mai crescere con un minimo rispetto per chi non è ortodosso o non ebreo, di fatto si tratta di un isolazionismo che è causa della condotta che è in atto nelle strade di Bet Shemesh.
Infine, anche se certamente rispetto molti dei valori espressi dalla comunità haredì – come la devozione appassionata allo studio della Torà e la scrupolosa attenzione rituale – mi oppongo al fatto che siano denominati “haredim”, letteralmente coloro che tremano, come nel versetto di Isaia (66:5): “Ascoltate la parola dell’Eterno, voi che tremate alla sua parola”.
Il contesto di questo termine haredim è molto istruttivo. Dio apre questo capitolo di Isaia presentando Se stesso (per così dire) come il Dio al di là del cielo e della terra, spiegando che tipo di persone Egli vorrebbe vedere: “Quelli che sono poveri e contriti di spirito (non trionfalisti, ma sottomessi e autoesclusi) che tramano alla mia parola (Ibid. 2).
Coloro per i quali Dio non ha alcuna utilità sono gli ipocriti che “sacrificano buoi ed eliminano le persone… che compiono offerte memoriali di incenso e benedicono il male” (Ibid.3). Invero questo capitolo, l’ultimo, che chiude le profezie di Isaia è parallelo proprio al primo capitolo nel quale Dio si scaglia contro i sacrifici rituali ed i malvagi ipocriti e la moltitudine di preghiere di coloro i quali hanno le mani piene di sangue (Isaia 1:1-16). Quello che Dio desidera da quelli che davvero tramano alle Sue parole è “imparare a compiere il bene e cercare la giustizia, aiutare gli oppressi, sostenere l’orfano e perorare la vedova” (Ibid.17). Con la promessa finale che “Sion sarà redenta mediante la giustizia, e quelli che in lei torneranno saranno redenti mediante la giustizia” (Ibid.27).
La tradizione ebraica non ha mai proibito la commistione sociale non sessuale dei due sessi, (per esempio Maimonide pone soltanto la questione della separazione dei giovani non sposati durante i pasti dei Chagghim quando è mitzvà bere vino) stabilendo invece che lo studio della Torà deve essere accompagnato da una professione produttiva (Berachot 35 e tutti i decisori halachici in loco) ed elogiando lo studio della scienza e della filosofia (Maimonide Yesodè HaTorà, fine capitolo 4).
Più significativo ancora è la definizione del profeta Micha su chi deve essere considerato “colui che trema di fronte la parola di Dio”: “ Io ti dico, uomo, ciò che è bene e ciò che Dio desidera da te: solo che tu agisca con giustizia, ami la misericordia e cammini umilmente con il Signore Tuo Dio” (Micha 6,8).
Solo una persona di questo tipo ed un gruppo di questo tipo meritano di essere chiamati haredim.
(Traduzione di Pierpaolo Pinhas Punturello)
Shalom Febbraio 2012
Chi è rav Riskin
Rav Shlomo Riskin è fondatore e rettore dell’Or Torà Stone Colleges and Graduate Programs, una rete innovativa di istituzioni di insegnamento ed azione sociale. E’ anche rabbino capo e fondatore di Efrat, in Israele. Rav Riskin ha studiato presso la Yeshiva University ed ha ricevuto l’ordinazione rabbinica dal suo mentore, Rav Joseph B. Soloveitchik ed il suo PHD dalla New York University. E’ un educatore internazionale, conferenziere, insegnante e scrittore, ed è considerato una delle voci guida del mondo Modern Orthodox.