Ultraortodossi e le donne. Una voce controcorrente.
David Cassuto
Vorrei cercare di spiegare quello che sta succedendo nella società israeliana fra i liberal e l’ultraortodossia. Il fenomeno dell’uso dei simboli della Shoah dagli ultraortodossi nelle loro dimostrazioni in Israele è veramente scioccante e ci lascia tutti senza parole: bisogna però cercare di capire cosa ci sta dietro.
La comunità ultraortodossa è in grande crisi, i giovani vedono i loro coetanei svilupparsi dopo aver fatto il servizio militare e dopo aver ricevuto il titolo accademico al termine di diversi anni di studio, con la prospettiva poi di creare una famiglia sostenibile con un numero sostenibile di figli. I giovani ultra ortodossi restano nel frattempo rintanati nelle loro scuole talmudiche senza alcuna prospettiva economica all’orizzonte, sostenuti negli studi per tutta la vita da ricchi ebrei stranieri che appoggiano le loro comunità e le loro yeshivot. Credo che molti di questi giovani capiscano che i rabbini non vogliono il loro bene, ma tendono a mantenere la vecchia struttura esistente da secoli e questo succede a loro scapito. E così si arruolano nell’esercito in numero sempre crescente (fatto che poi permetterà loro di prendere parte alla vita normale del paese) e si iscrivono ad atenei appositi con classi per uomini e donne.
Le accademie si allargano e sviluppano in modo incredibile il materiale che esce dalle scuole rabbiniche e che è, intellettualmente parlando, di elevato livello. Anche le università creano molte agevolazioni per attirare questi giovani allo studio accademico. Nel contempo le grandi yeshivot vedono in tale processo un pericolo e una minaccia per la loro sopravvivenza e fanno di tutto per acutizzare i sentimenti contro la civilta` “liberal”; è proprio in questo contesto che bisogna capire quello che sta succedendo nella realtà ultra ortodossa e la radicalizzazione dei mezzi utilizzati nelle dimostrazioni. Io stesso faccio parte della dirigenza di un College di questo genere; un College che ha già 4500 iscritti con migliaia di giovani che vorrebbero essere accolti e per i quali non abbiamo più posto disponibile. A capo c’è la figlia del rav Ovadia Yoseph, il grande rabbino leader dell’ortodossia sefardita. L’ateneo è riconosciuto dalla Autorità dell’istruzione superiore (il Malag). Istituzioni di questo tipo ce ne sono diverse nel paese. Si tratta ormai un fatto indiscutibile e il timore nell’ambiente ortodosso più estremista cresce a vista d’occhio.
Bisogna anche aggiungere che più si acutizza il loro messaggio e più mezzi arrivano dall’ortodossia estremista all’estero. Proprio per questo sono ottimista: le dimostrazioni che sperimentiamo in questi giorni sono, secondo me, l’ultimo bagliore di una candela spirante.
Dalla newsletter L’Unione Informa del 2.1.2012