Odio inspiegabile. Danneggiata una lapide commemorativa
«Non riesco a immaginare la ragione di un odio così profondo. Proprio non ci riesco: hanno colpito più volte la Stella di Davide, quasi a volerla cancellare del tutto, estirparla. Perchè tanto accanimento contro il simbolo di una religione?» Dice così il rabbino di Modena, mentre passa con la punta del dito sul “Maghèn David”, lo ‘scudo di Davide’ come recita la Bibbia, che da millenni è il simbolo che protegge il popolo ebraico. Il suo sgomento, nel parco della Resistenza dove si trova la lapide danneggiata, è più forte dell’indignazione e anche della sorpresa.
«Un gesto di questa gravità non era mai successo a Modena – continuo – E’ estraneo alla tradizione di simpatia e tolleranza che tutta la cittadinanza ha manifestato alla nostra comunità nel corso degli anni. Lo sa? Tante persone ci hanno manifestato la loro vicinanza, l’attenzione con cui seguono vicende come questa. Ma resta l’interrogativo senza risposta: perchè proprio qui? In questa città? Vede, guardando solo le foto non mi ero accorto delle martellate che si sono accanite a lungo contro quel simbolo; ma qui, davanti a questo monumento sfregiato, si rimane proprio senza parole».
Vicino a lui, nel parco della Resistenza a cavallo tra via Morane e via Vaciglio, ci sono il prefetto e il suo vice, Ventura, il questore Margherito e la vicepresidente della Comunità ebraica modenese, Tiziana Ferrari. Insieme hanno formato una piccola delegazione che ieri mattina si è recata presso il piccolo monumento fatto a pezzi nella notte di Capodanno. La lapide che ricorda le vittime dei campi di concentramento era già stata danneggiata nel 2004, poche settimane dopo essere stata installata; immediatamente è stata ripristinata, con gli adeguati rinforzi in metallo e plexiglas, per proteggerla da altri danneggiamenti. Ma oggi, a sei anni di distanza, qualcun altro si è armato di un pesante martello, forse da muratore, per distruggerla deliberatamente, metodicamente.
I pezzi rotti sono stati recuperati e verranno rimessi insieme, com’erano e dov’erano. con nuove protezioni. E’ pure certo, come dice il rabbino Goldstein, che dopo le preghiere del sabato e la lettura di un brano del Pentateuco, ci sarà a fine rito un momento di riflessione comune. «Sarà un modo informale per parlarne all’i nterno della comunità» dice.
«Visto che è successo nella notte di Capodanno speravamo che fosse qualcosa di meno grave, il gesto isolato di un balordo – aggiunge Tiziana Ferrari – Ogni tanto c’è sempre qualcuno che con le scritte o in altro modo prende di mira gli ebrei. Ma qui davanti vediamo che c’è stato un accanimento particolare. E’ veramente difficile pensare a una bravata. Se dovessi fare una valutazione mi verrebbe da dire che è l’aggressione più grave».
Della stessa opinione anche un netturbino che passa nelle vicinanze: «Troppi giovinastri – dice – bivaccano da queste parti e danneggiano anche panchine e luci».
Finora in effetti il gesto non è stato rivendicato da nessuno. Ma il prefetto Basile taglia corto: «E’ un atto criminale e vigliacco – dice – E’ più che vandalismo. Qui potrebbe scattare la legge Mancino che punisce sino a quattro anni chi istiga all’odio o alle discrinazioni razziali».
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2011/01/06/news/il-rabbino-e-il-prefetto-uniti-odio-inspiegabile-un-gesto-criminale-3110742