Una lettera trasforma l’oncologo nel mostro
Lorenzo Mondo
Si intitola Persecuzione, ma è soltanto il primo volume di un dittico che avrà come titolo complessivo Il fuoco amico dei ricordi. Alessandro Piperno – abbiamo letto in una sua intervista – tende a considerare la memoria «come una condanna», non diversamente forse dal protagonista del romanzo, che si sentirà tradito anche dai momenti più appaganti della sua esistenza che gli vengono proposti dal ricordo. Leo Pontecorvo è un uomo di successo: oncologo infantile di fama internazionale, ha una moglie, Rachel, anch’essa medico e due figli adolescenti.
Una famiglia di cui va fiero, una villa immersa nel verde di un lussuoso comprensorio romano. Una sera d’estate del 1986, si trovano riuniti per la cena quando il telegiornale scaraventa nella loro serena intimità una notizia devastante. L’illustre clinico è accusato di avere scambiato lettere depravate con Camilla, la fidanzatina dodicenne di uno dei suoi figli.
E’ un evento inatteso che porta al parossismo il disagio di Leo, già coinvolto ingiustamente in certe malefatte del suo reparto ospedaliero: tangenti, fatture gonfiate, posti letto venduti, pazienti dirottati in cliniche private. Ne ha la vita sconvolta, ridotta alla mercé di giornalisti, poliziotti e inquisitori che sezionano i suoi più innocui comportamenti e non gli risparmiano l’esperienza amarissima del carcere.
Lo tormenta, oltre alla perdita delle amicizie, quella degli affetti familiari. La moglie e i figli mostrano di credere alle imputazioni e gli negano sostegno, lo espellono dalla loro vita. In attesa del processo, egli si riduce a vivere come uno scarafaggio nel seminterrato di casa, senza contatti umani, prigioniero delle sue ossessioni. Non si nasconde d’essere vittima del proprio narcisismo, di avere peccato di leggerezza, dabbenaggine, pigrizia morale. Ma non capisce il senso di un accanimento che mira a dipingerlo come un mostro. Si sforza di ricostruire, attraverso i ricordi di prima, i sembianti di una persona normale, precipitata per una maligna congiunzione di astri in un abisso infernale. Viene così a disegnarsi, per digressioni e incastri, la saga di una famiglia borghese che occupa un grande spazio nel libro al di là della tormentosa vicenda che l’ha travolta.
Nella famiglia Pontecorvo si compongono, non senza stridori, due modi di vivere le tradizioni dell’ebraismo e due ceti sociali diversi: Leo proviene da un mondo benestante e professa un illuminismo benevolo e tollerante, Rachel attinge dalle sue origini popolari e dall’osservanza della Legge una inflessibile severità morale.
Lui ammira Craxi (e per estensione il socialista Mitterrand), lei non sa perdonare al rampante primo ministro, durante i giorni di Sigonella, il salvacondotto per uno dei terroristi palestinesi. Ma Craxi è oggetto di contesa anche con gli amici Albertazzi, una coppia di comunisti da salotto ritratti con sferzante ironia. La grande storia, la politica, non esauriscono i ricordi di Leo. Ci sono gli studi, la pratica in ospedale, le vacanze a Parigi e in montagna, la tenerezza per la moglie e per i figli, il rimorso per certe disattenzioni nei loro confronti.
E’ un romanzo che concresce su se stesso, accogliendo gli stimoli più diversi. L’esito traumatico, l’ombra di un processo implacabile al quale non assisteremo indurrà qualcuno a pronunciare il nome di Kafka (e Piperno sembrerebbe suggerire questo riconoscimento quando, a proposito di Leo recluso nel seminterrato, parla di Gregor Samsa).
Ma saremmo fuori strada. Se c’è un nome che conta, trascurando i tratti più appariscenti, è quello di Proust, spogliato beninteso di ogni lirismo: per il fare grande esposto ai continui avvolgimenti e diramazioni del racconto, per la penetrazione analitica dei moti della psiche e della coscienza. E non è un caso che questo romanzo di robusto impianto, sollecitante al di là di qualche impazienza per la sua dilatazione, si presenti come incompiuto, rimandi a un secondo volume («Continua» è l’ultima parola del libro).
Occorre forse dare conto di certe insinuazioni che l’autore ha lasciato in sospeso, raccontare magari il «processo» di Leo visto dalla parte di Camilla, la ragazza dal viso atono e insieme malizioso di una volpicella. Molto altro tuttavia è possibile dire, nell’ottica di Piperno, sulla stirpe dei Pontecorvo, sull’incontro delle eredità familiari con i condizionamenti di ordine storico e sociale. Immutata l’ambizione, la sfida resta aperta.
Autore: Alessandro Piperno
Titolo: Persecuzione
Edizioni: Mondadori
Pagine: 417
Prezzo: 20 euro
http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/il-libro/articolo/lstp/373991/