Alcuni anni prima della rivolta dei Maccabei, e nel quadro del processo di ellenizzazione accelerata nella terra d’Israele, fu istituito a Gerusalemme un ginnasio dove si praticava attività sportiva in completa nudità. Anche i sacerdoti del Tempio ne furono attratti, e nella società ebraica ci furono coloro che vi si opposero fermamente | Ritorno alla vicenda dimenticata che fu un punto di svolta nel complesso rapporto del mondo ebraico con lo sport
Shmuel Monitz – Ynet – 5 luglio 2025
Sacerdoti che abbandonano il loro lavoro al Tempio e si affrettano al ginnasio per unirsi agli allenamenti di lotta e lancio del disco, che si svolgevano in completa nudità. Questo scenario, descritto nel libro dei Maccabei II e relativo al periodo precedente la rivolta dei Maccabei, simboleggia lo scontro tra gli ebrei ortodossi e gli ellenizzati ai tempi del Secondo Tempio. Cosa causò a una parte considerevole degli ebrei di esprimere ferma opposizione a un’istituzione che poneva lo sport al centro? Le risposte sono varie.
“Il ginnasio era espressione del fatto che Gerusalemme era diventata una città ellenistica, e anche i sacerdoti si occupavano improvvisamente di cultura straniera“, spiega il dottor Chaim Kaufman, esperto di storia dello sport ebraico che ha insegnato per anni nel Centro Accademico Levinsky-Wingate. “La cultura ellenica è la cultura greca, e in altri luoghi è cresciuta la cultura ellenistica che ne è stata influenzata e ha integrato elementi della cultura locale con quella greca“.
Il contesto storico
Dopo che Alessandro Magno conquistò vaste aree del mondo, ci fu un’ampia tendenza di ellenizzazione – adozione della cultura ellenistica – nei territori conquistati. La nostra storia si svolge nel II secolo a.C., quando nella terra d’Israele dominava il regno seleucide, chiamato così dal nome del suo fondatore, il re Seleuco I. Al ruolo di Sommo Sacerdote, la figura religiosa più importante nel mondo ebraico di quei giorni, entrò un ellenizzato che guidò una riforma ellenistica, il cui culmine fu l’istituzione di un ginnasio a Gerusalemme – cosa che suscitò l’ira degli ebrei ortodossi.
Nella cultura greca c’era un posto d’onore per lo sport e la cultura del corpo, e non è casuale che i Giochi Olimpici siano stati fondati in Grecia. L’origine del nome ginnasio è nella parola greca “gymnos”, che significa nudità. Nel ginnasio si allenavano e gareggiavano uomini in discipline sportive come corsa, salto in lungo, lotta, lancio del giavellotto, lancio del disco e altro – tutto in completa nudità. Kaufman spiega che si trattava di una delle istituzioni più importanti nell’antica Grecia e nella polis – il soprannome per la città-stato greca: “Il ginnasio era un’istituzione centrale nella città greca, e l’educazione in esso era anche condizione per ottenere la cittadinanza“.
L’opposizione ebraica
Forse la controversia attorno al ginnasio nella terra d’Israele può dare risposte parziali anche ad altre domande. Perché gli ebrei non sono particolarmente bravi nello sport, almeno rispetto ad altri campi, e cosa fa sì che molti rabbini nel mondo religioso ortodosso si allontanino dallo sport professionistico?
I tempi erano, come detto, quelli del Secondo Tempio. Benché il Tempio fosse in piedi, non c’era ancora piena sovranità ebraica. Il libro dei Maccabei I, uno dei libri esterni alla Bibbia, attribuisce l’istituzione del ginnasio agli “uomini del popolo” che “costruirono un ginnasio a Gerusalemme secondo le leggi delle nazioni“. Nei libri Maccabei II e IV, l’iniziativa per l’istituzione del ginnasio è attribuita a Giasone, il Sommo Sacerdote che promosse la riforma ellenistica ma non vi è prova che si occupasse di culto idolatrico. Giasone è il nome greco che adottò (originariamente chiamato Giosuè o Gesù).
Nel libro dei Maccabei II l’istituzione del ginnasio è descritta in tono piuttosto negativo: “Poiché anche i sacerdoti abbandonarono il loro servizio dell’altare, e disprezzarono il sacro, e si affrettarono all’allenamento illegale nell’arena di lotta, seguendo il lancio del disco, e considerarono le vie dei loro padri vanità e vuoto, e le vie dei greci considerarono le più belle di tutte“.
Il simbolo della cultura greca
Secondo lo storico Giuseppe Flavio, coloro che istituirono il ginnasio furono Menelao, il Sommo Sacerdote che venne dopo Giasone, e la famiglia dei figli di Tobia – una famiglia illustre che viveva nella terra in quei giorni. “Menelao già serviva completamente idoli ed era ellenizzato nel pieno senso della parola, il che causò naturalmente ira tra le masse del popolo ebraico. Continuò la riforma che iniziò Giasone“, spiega il dottor Kaufman. “La reazione del governo a seguito dell’opposizione ebraica furono i decreti religiosi imposti da Antioco, il che portò alla rivolta dei Maccabei e a Chanukkà, naturalmente“.
Nel libro dei Maccabei I è scritto che gli ebrei che andavano al ginnasio “tiravano il loro prepuzio“, cioè si sforzavano di nascondere il fatto che erano circoncisi, per assomigliare a chi non era ebreo. “Li imbarazzava, la circoncisione sembrava un po’ strana a chi non era abituato alla nudità ebraica, quindi facevano finta di avere il prepuzio“, spiega Kaufman.
“Si vergognavano del fatto di aver fatto la circoncisione, perché nella cultura greca se danneggi il corpo è considerato davvero profanazione del sacro“, nota il dottor Hanan Birnbaum, docente di storia al Collegio Accademico Herzog. “Bisogna capire che nella cultura greca il ginnasio non è solo sport. C’era una tensione sessuale omosessuale, fa parte del gioco, e questo naturalmente era in contraddizione con quello in cui crede la Torà“.
Senza culto idolatrico
Birnbaum aggiunge che il ginnasio era percepito dagli oppositori come l’apice dell’ellenizzazione. “Penso che il libro dei Maccabei II abbia colto esattamente il punto dello scontro tra la cultura greca e quella ebraica“, dice. “Il ginnasio, se vuoi, è il tempio dell’uomo. Lì servono l’uomo e lo adorano. Al contrario nel Tempio, naturalmente, servono Dio e lo adorano. Questo è uno scontro tra la cultura greca, in cui l’uomo è al centro, e la cultura ebraica in cui Dio è al centro. In una certa misura era persino più minacciosa di qualche cultura idolatrica“.
In quegli anni la maggior parte degli ebrei non viveva nella terra d’Israele. “La Giudea non era indipendente, ma un’autonomia guidata dal Sommo Sacerdote“, ricorda Kaufman. “Quando parliamo di Giudea in quel periodo, fino ai Maccabei, si tratta di Gerusalemme, Edom, un po’ di Transgiordania e dintorni. Nel periodo di Giasone c’era un’aristocrazia ebraica che naturalmente era in contatto con l’ambiente, e lentamente le persone che vi appartenevano si ellenizzarono. Tuttavia, non adoravno idoli. Anche Giasone no. A volte usavano nomi di dei, ma è come se qualcuno oggi dice ‘oh Jesus’ non lo rende cristiano.
“Se paragonare, penso che Giasone rappresentasse più quello che si può chiamare ‘giudaismo progressivo’, giudaismo che accetta le influenze straniere, la cultura straniera, e ancora non ci sono in nessun posto segni che indicano che ci fosse culto idolatrico nel ginnasio. C’era opposizione al movimento stesso di trasformare Gerusalemme in polis“.
I saggi d’Israele e lo sport
Le fonti ebraiche insegnano sulla riserve dei Maestri d’Israele riguardo alla cultura del corpo greca e romana, ma questa riserve indicano che si opponevano generalmente all’attività sportiva? Non necessariamente. “Nel periodo dei Maestri non c’era la realtà di una cultura sportiva neutrale, senza tutto l’involucro culturale che l’accompagnava“, spiega il dottor Birnbaum, “era sempre parte di tutti i carichi che quelle culture portavano con sé. I saggi negavano quella cultura, e si può dire che ‘gettarono il bambino con l’acqua sporca’. Non è come oggi, che c’è una palestra neutrale. In quel periodo era parte di una cultura completa e probabilmente era impossibile fare la separazione“.
Ciò significa che è difficile sapere cosa avrebbero detto quei saggi sullo sport professionistico ai nostri giorni.
“Esatto. Nel periodo dei Maccabei c’era l’inizio del contatto con quella cultura straniera. Riguardo al seguito, nel periodo romano – lo sport a Roma era molto violento, e mi sembra che questo disturbasse i Maestri in quel periodo. Parliamo di spettacoli di gladiatori che si uccidevano l’un l’altro, corse di carri che erano anch’esse accompagnate da violenza. Al contrario, il bagno romano, per esempio, è qualcosa che è entrato completamente nella cultura ebraica. I saggi dissero persino che in ogni città dove non c’è un bagno, è vietato a uno studioso vivere lì. Quindi questo è un esempio di qualcosa che è completamente romano e i saggi si relazionarono ad esso positivamente. Ma lo sport a Roma era violento, mentre il bagno era un posto calmo e pacifico“.
La prospettiva moderna
Secondo il dottor Kaufman, “nelle fonti dei Maestri, non nel periodo dei Maccabei, ma in seguito, si vede che i Maestri più importanti conoscevano molto bene la cultura del corpo greca. Chiedono per esempio se è permesso spalmare olio di Shabbàt, come si spalma olio prima della lotta. Cioè, sapevano esattamente come si lotta e cosa si fa durante la lotta, la loro domanda era se quelle azioni sono permesse specificamente di Shabbàt“.
Sembra che una certa riluttanza dal porre lo sport al centro sia rimasta fino ad oggi nei circoli religiosi conservatori. Tuttavia, è importante notare che nel corso delle generazioni si sono sentite tra i Maestri d’Israele anche altre voci. “Maimonide parlò a lungo a favore dello sport, a favore della ginnastica e a favore della cultura del corpo, e vide nella perfezione del corpo una parte importante della perfezione umana“, nota Kaufman. “L’Ebraismo si oppose allo sport quando divenne parte dell’istruzione, della modernizzazione. Lo sport non minaccia l’Ebraismo stesso, anche i grandi d’Israele si occuparono di sport, ma quando i contemporanei si occupano di sport, c’è una reazione – una reazione di opposizione, come quella che c’era nel periodo ellenistico“.
Secondo lui, “quel trauma è un trauma di duemila anni. C’è una percezione che chi adotta lo sport torna all’ellenizzazione che c’era a Gerusalemme, nel periodo in cui divenne una città greca con ginnasio. Oltre a questo, ebrei e nudità non sono mai andati insieme. Un’istituzione educativa in cui operano solo nudi – non è esattamente un valore ebraico. Tuttavia, l’opposizione allo sport non è qualcosa di intrinseco nel mondo dell’ebraismo“.
L’eredità storica
Nel periodo del regno dei Maccabei non c’era più un ginnasio nella terra d’Israele. Benché combattessero contro i greci e gli ellenizzati, iniziarono nel corso degli anni a chiamarsi con nomi greci – e tuttavia, non sembra che pensassero di istituire un ginnasio. Nei giorni del re Erode del I secolo a.C. fu costruito nella terra un ippodromo – una pista per corse di carri trainati da cavalli – e i suoi resti si possono vedere ancora oggi a Cesarea. La vicenda dell’istituzione del ginnasio a Gerusalemme rimase lontana e dimenticata, ma sembra che sia stata un punto di svolta sostanziale che ha influenzato il rapporto del mondo ebraico con lo sport anche nelle generazioni successive.
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